La vicenda della denuncia contro lo chef Carlo Cracco da parte di un’associazione animalista ha avuto un nuovo sviluppo: il giudice del celebre programma di Sky “Masterchef” era stato accusato qualche settimana fa dall’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) di istigazione a delinquere dopo aver cucinato nel corso di una puntata una ricetta a base di carne di piccione (ribattezzata per l’occasione “Piccione a modo mio”). La Procura di Milano ha chiesto in queste ultime ore l’archiviazione del procedimento, come riportato dall’Ansa, tenendo conto soprattutto di un fatto. In pratica, la legge tutela il piccione selvatico e non quello di allevamento, come accaduto nel caso di Cracco, un volatile che non è soggetto a forme speciali di protezione.
Secondo l’associazione, lo chef stellato avrebbe potuto spingere altre persone a “compiere gli stessi crimini”, violando le normative europee e italiane per quel che riguarda la fauna selvatica. La vicenda aveva assunto dei contorni incredibili subito dopo la querela con una quindicina di presunti vegani di fronte al ristorante di Cracco a Milano, apostrofandolo come “assassino” per aver cucinato degli animali. In quel caso gli slogan proseguirono fino all’arrivo delle forze dell’ordine. I timori dei giorni scorsi si sono rivelati fondati.
Solitamente, infatti, le denunce e le querele dell’AIDAA fanno la stessa fine di una bolla di sapone e si arenano ancora prima di entrare nel vivo, tanto da far pensare ad azioni clamorose per attirare l’attenzione e far parlare dell’associazione. Gli attestati di solidarietà nei confronti dello chef veneto sono stati comunque numerosi. In particolare, Federfauna, la confederazione sindacale che riunisce gli allevatori, i commercianti e i detentori di animali, non ha escluso un seguito penale e si è detta disposta ad offrire pubblicamente a Cracco l’assistenza dei propri avvocati. Federfauna ha anche sottolineato come la ricetta non possa essere considerata un reato, ma soltanto la valorizzazione di una produzione italiana, come succede di frequente a Masterchef.
L’archiviazione della procura milanese poteva dunque essere prevista con un certo anticipo. Lorenzo Croce, presidente dell’AIDA, ha però affermato che una decisione del genere era attesa e che probabilmente per il procuratore “la vita di un animale non ha alcun valore”. Inoltre, Croce è convinto che non ci sia stata alcuna verifica sulla provenienza del piccione cucinato. Tra l’altro, sarebbe rimasta sul tavolo una seconda denuncia volta ad accertare se Cracco abbia indotto gli spettatori in errore, facendo loro credere che anche i piccioni selvatici possono essere abbattuti e preparati in cucina.