L’associazione venatoria “Caccia sviluppo e territorio” (Cst), che ha il suo caposaldo regionale a Pieve del Cairo, lancia l’allarme sul futuro della caccia in provincia di Pavia, dove il numero dei cacciatori è sceso di quasi il 40 per cento in tre anni. Il presidente lombardo di Cst, Gaetano Lacerenza, si compiace che la Costituzione contempli ora anche la tutela degli animali e degli habitat, ma che muove pesanti critiche nei confronti dell’attuale conduzione del sistema sportivo e dei costi della caccia. Lacerenza spiega che a livello locale «nel periodo post Covid, in provincia il calo del numero dei cacciatori è diminuito drasticamente, perdendo quasi il 40% dei tesserati di tre anni fa.
Costi troppo alti e gestione della caccia da parte degli Atc, gli Ambiti territoriali della caccia, spesso approssimativa sono alla base di questo trend negativo». Lacerenza continua nell’analisi: «Gli Atc funzionano a singhiozzo perché i cacciatori non sono coinvolti nella gestione generale e nel ripopolamento. Non ci sono voliere e la selvaggina, con neppure tre mesi di vita, viene liberata e, di fatto, data in pasto dalle volpi. Le voliere servono invece per lo svezzamento dei fagiani, ma le Atc sembrano ignorare tale sistema protettivo». Poi c’è il problema delle volpi e dei cinghiali: Cst chiede la liberalizzazione della caccia ai cinghiali, ormai presenti in forte numero in Lomellina.
«Che senso può avere risarcire gli agricoltori che si vedono i loro raccolti distrutti anche con i fondi dei cacciatori? – chiede Gaetano Lacerenza – Gli agricoltori vanno tutelati, ma non certo attraverso le quote di chi va caccia». C’è poi il problema dei costi dell’attività venatoria in provincia. «Con la caccia sospesa per il Covid, non si sarebbe dovuto versare la quota alle Atc di 145 euro, ora ridotta di 25 euro – conclude il presidente lombardo di Cst –. E anche la licenza di 173 euro e la tassa regionale di 96 stanno pesando sulle tasche di chi esercita il nostro sport. Se si aggiungono infine i costi assicurativi, si capisce come mai la caccia stia perdendo tanti appassionati. Insomma, nel mondo delle doppiette c’è davvero molto da rivedere» (La Provincia Pavese).