Come è stato spiegato dagli stessi organizzatori, il cinghiale è una specie selvatica problematica e non bisogna mai sottovalutare le infezioni e la sovrabbondante diffusione. L’obiettivo era quello di proporre una iniziativa seria, basata sul dialogo, la difesa e la valorizzazione del territorio e della fauna cacciabile. I cacciatori possono essere in questo modo partecipi e protagonisti di una caccia sostenibile e gratificante, da percepire come una risorsa e non come un problema.
Molto difficilmente il cinghiale trasmette la tubercolosi all’uomo, a meno che non ci siano delle lesioni “aperte” e un contatto molto stretto con l’ungulato infetto. L’assunzione di carne infetta è ovviamente ancora più pericolosa, anche se può essere limitata dalla cottura o dalla stagionatura: di conseguenza, i corsi di formazione come quello cosentino e i cacciatori formati sono una necessità sempre più impellente.