Gli stessi soggetti citati nel testo sono responsabili del rispetto della normativa sulla sicurezza. In tutto il decreto non si parla mai di “caccia”, lasciata con tutta probabilità (secondo l’interpretazione della CCT) nella norma ordinaria del calendario venatorio. L’associazione considera tutto questo “musica per le proprie orecchie”, anche perchè si tratta delle stesse cose ripetute da mesi alla Regione Toscana, soluzioni che farebbero cambiare marcia alla Legge Obiettivo.
La norma funzionerebbe con un controllo piuttosto che con la caccia e con la libertà di azione e intervento con procedure più snelle. La CCT si è chiesta perchè tutto questo avvenga in Piemonte e non in Toscana: le difficoltà regionali sono simili, ma le scelte intraprese sono molto diverse. L’associazione ha chiesto un cambio di rotta, nella consapevolezza dell’impossibilità di usare una bacchetta magica. I segnali percepiti finora, comunque, non fanno ben sperare i cacciatori toscani.