«Se ne parla da un anno ma i tempi sono lunghi. È difficile prevedere quando il piano di controllo sarà effettivamente pronto e come sarà strutturato, perché viene deciso dagli uffici centrali di Bologna». Sono le parole di Giovanni Mazzolani del Servizio territoriale della Regione Emilia-Romagna in riferimento alla questione dei daini che sovraffollano la pineta di Classe. Daini che stando alle previsioni verranno abbattuti in circa novanta unità sulle oltre trecento presenti nella zona: «Il piano di controllo, in parole povere, è un’attività che viene svolta fuori dalla caccia per controllare specie che vivono in un’area dove non devono stare, perché non adatta. A livello scientifico, il daino è una specie cacciabile e la procedura è standardizzata. È chiaro, però, che costruire un percorso che salti l’attività venatoria è complesso, così come è complicato tenere insieme le esigenze di tutti, ambientalisti in primis».
Ecco perché Paolo Forastieri, presidente provinciale di Libera Caccia, spera che nel nuovo piano non vengano contemplati i selettori come era successo nel 2014, quando si erano scatenati gli animalisti: «A dover decidere è la Regione, che deve chiedere parere all’Atc, la quale si può anche rifiutare. Da cacciatore dico che per il bene di tutti, sarebbe bene che ad eradicare i daini fossero le guardie provinciali e i carabinieri forestali. Non si solleverebbe certo il polverone di cinque anni fa, perché l’Italia è il paese degli estremismi, dove il cacciatore è associato a un assassino».
Non è un caso, secondo Forastieri, il fatto che ogni anno, a livello nazionale, vengano abbattuti oltre mille daini sotto il controllo dell’Ispra, senza proteste particolari: «Non siamo nemmeno così lontani dal bosco di Mesola, dove normalmente viene eseguito l’abbattimento. A malincuore dico che per evitare danni e conseguenze negative, è necessario che il numero dei daini, che trent’anni fa vennero messi in pineta e per mancanza dei predatori si sono riprodotti moltiplicandosi, venga controllato dall’uomo».
Per la Federcaccia di Ravenna “Non c’è intenzione di procedere al piano di controllo dei daini senza prima concordare con la Regione un modo di evitare i problemi gravi del 2014. E su questo punto non possiamo che essere d’accordo con l’Atc. Giova ricordare, infatti, che cinque anni fa non ci furono richieste di interventi da parte di cacciatori e selecontrollori, ma un’adesione su chiamata. Insomma, non fummo certo noi a farci avanti per abbattere i daini». Federcaccia sottolinea anche che i selecontrollori dovranno essere affiancati dalla polizia provinciale o da altri rappresentanti delle forze dell’ordine a tutela del servizio richiesto.
Se non erro però la memoria mi può anche tradire (ma non credo)il Gran Bosco della Mesola è in quella provincia? dove è presente con pochi centinaia di capi, esiste ancora l’UNICO VERO CERVO ITALIANO, dove i tutti i Daini(alloctoni) presenti in quel territorio andrebbero eradicati come richiesto anche dall’ISPRA;perchè questi è in forte competizione alimentare con l’antica specie di Cervo italico!!!
Ora gli anticaccia si decidano una volta per tutte se è più giusto salvaguardare una specie (AUTOCTONA) presente in Italia solo in quella determinata zona (che corre anche il rischio di scomparsa); oppure salvaguardare una specie (Alloctona) come il Daino che viene tranquillamente allevata anche a scopi alimentari?
Buongiorno Presidente Ratti,
la Riserva Naturale del Gran Bosco della Mesola è la più estesa area boscata della provincia di Ferrara, quindi il discorso è pertinente perchè stiamo parlando di due zone della stessa regione, tra l’altro distanti appena 65 chilometri in linea d’aria.
Cordiali saluti