Le richieste della Coldiretti provinciale
La convocazione di un tavolo di confronto urgente, di fronte alla mancata attuazione delle misure di contenimento dei cinghiali, teso a mettere in campo un’azione decisa ed efficace, per contrastare il proliferare di una specie dannosa e pericolosa, per la sicurezza della comunità, delle attività economiche e dell’ambiente. E’ quanto chiede Coldiretti Cremona, nella comunicazione che ha indirizzato al Prefetto di Cremona e al Presidente della Provincia. Nel territorio cremonese la presenza di cinghiali, portatori di malattie e pericoli, è cresciuta in maniera esponenziale.
Da cosa deriva l’emergenza
“La situazione di emergenza che siamo costretti ad affrontare ora è frutto della mancata azione di contenimento che abbiamo ripetutamente denunciato nelle piazze e nelle sedi istituzionali, di fronte al moltiplicarsi anche sul nostro territorio dei cinghiali” sottolinea Coldiretti Cremona, richiamando il fatto che, “a seguito nelle numerose modifiche alla normativa nazione e regionale di settore, è dal mese di marzo 2022 che tutte le attività di contenimento messe in atto dalla Polizia Provinciale di Cremona in collaborazione con i soggetti volontari abilitati all’attività di abbattimento degli ungulati risultano sospese in attesa di chiarimenti e di soluzioni alle problematiche emerse con l’introduzione delle novità normative”.
Sblocco dei fondi
Nella nota, Coldiretti ripercorre gli incontri, e il proprio contributo, tesi a “reperire le risorse economiche per la costruzione dei centri di sosta (ne sono previsti due, uno nel comune di Castelverde e uno nel comune di Gussola) e lo sblocco di fondi già in possesso degli ATC che ora possono essere utilizzati anche per l’attività di contenimento dei cinghiali”. “A fronte di tutto ciò – denuncia Coldiretti Cremona – ad oggi osserviamo una totale inerzia da parte dei soggetti attuatori del Piano di contenimento che altro non farà che aggravare la situazione numerica della popolazione dei cinghiali. Inoltre visto l’approssimarsi della stagione delle semine (periodo durante il quale i cinghiali producono la maggiore quantità di danni alle colture) tale situazione cagionerà un disagio fortissimo alle attività agricole di coltivazione”.
Nessun ostacolo
Da qui la richiesta di Coldiretti Cremona, rivolta alla Prefettura e alla Provincia di Cremona, per “la convocazione di un tavolo di discussione e confronto urgente, affinché tutti gli organi competenti procedano celermente nelle attività di contenimento su tutto il territorio della Provincia di Cremona, non esistendo ad oggi alcun ostacolo normativo ed operativo”. Di fronte ad animali portatori di malattie e di pericoli, per Coldiretti è in gioco la sicurezza della comunità, sempre più esposta alla presenza dei cinghiali sulle strade e nei centri abitati, e la tutela di un patrimonio suinicolo che a Cremona conta oltre 900mila capi, con la nostra provincia che è la terza realtà territoriale della Lombardia per numero di suini allevati (fonte: Coldiretti)