Soprattutto se si tratta di un Piano, quello Faunistico-Venatorio, di grande delicatezza e che richiede approfondimenti e confronti a tutto campo. E alla fine il dietrofront della maggioranza è arrivato attraverso una proposta di proroga. I nodi sul tavolo erano troppi e di peso: si tratta infatti di un Piano di 880 pagine che interessa più soggetti del territorio veneto. Un Piano dal quale dipende un largo ventaglio di aspetti, dalla tutela della fauna selvatica alla lotta contro il bracconaggio. Un provvedimento che a parole si dice favorevole alla biodiversità e di cui si decanta la bellezza del paesaggio. Ma nei fatti non è così: basta vedere cosa dicono Ispra e Coldiretti anche dopo questo tentativo di blitz fallito.
Già a dicembre avevamo detto che sarebbe servita una proroga per arrivare a un processo di condivisione con tutti i mondi interessati, affinché gli stessi potessero capire anche il loro ruolo. Le condizioni per decidere non c’erano neppure dal punto di vista tecnico oltre che sul fronte della tempistica: le cartografie ricevute per una valutazione ci sono state inviate in risoluzione bassissima, impossibile per comprendere come le scelte impattino sui territori. Insomma fretta e pressapochismo non potevano avere la meglio. E così è stato”.