Nelle nostre campagne ci sono solo predatori, ungulati e animali alloctoni che snaturano gli equilibri. Quando con la legge 157 del ’92 si introdusse la tassa di concessione regionale, lo si fece con la finalità di incrementare la fauna nobile stanziale: fagiani, lepri, starne eccetera e di costituire dei depositi (zone di ripopolamento e cattura, zone di rispetto venatorio) che servivano a irradiarla per il resto dell’anno – spiega il consigliere tutore del mondo venatorio. Perciò questa legge serviva perché la fauna che si diffondeva sul territorio doveva essere prodotta dal mondo venatorio.
Oggi invece, quella stessa sinistra vuole sfruttare i cacciatori come bancomat e prendere i soldi di 80mila licenze venatorie toscane, senza dare niente in cambio, mandandole a caccia in una regione dove non vengono più mantenute le strutture pubbliche finalizzate alla riproduzione della fauna”.