Le critiche principali riguardano le pregiudiziali anticaccia e l’approccio fin troppo ideologico. Al contrario, il Movimento 5 Stelle è intervenuto per ribadire la propria contrarietà al decreto e all’intera attività venatoria. In particolare, i consiglieri hanno sottolineato aspetti come il superamento della Legge Nazionale sulla Caccia e la necessità di porre più vincoli possibili.
Gli altri consiglieri pentastellati hanno chiesto di eliminare il concetto dello “sparo per sport e ricreazione”, come anche di ridurre il numero di capi annui (5 cinghiali, 3 fagiani e due lepri per la precisione). La discussione è soltanto all’inizio e di sicuro si registreranno altri “scontri” verbali come in queste prime giornate: a giugno, intanto, ci sarà la manifestazione a Torino di diverse associazioni venatorie anche contro questo disegno di legge.