Il Consiglio Regionale del Piemonte sta continuando a esaminare il disegno di legge che potrebbe ridisegnare la caccia in questa regione. Secondo l’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, l’attività venatoria verrà modificata in maniera moderna, ma le associazioni di settore non sono affatto d’accordo. A favore del provvedimento si sono schierati Partito Democratico e Articolo 1, mentre tra i contrari si segnalano il Movimento Nazionale per la Sovranità e Forza Italia, i quali hanno elencato i punti critici del testo.
Le critiche principali riguardano le pregiudiziali anticaccia e l’approccio fin troppo ideologico. Al contrario, il Movimento 5 Stelle è intervenuto per ribadire la propria contrarietà al decreto e all’intera attività venatoria. In particolare, i consiglieri hanno sottolineato aspetti come il superamento della Legge Nazionale sulla Caccia e la necessità di porre più vincoli possibili.
Gli altri consiglieri pentastellati hanno chiesto di eliminare il concetto dello “sparo per sport e ricreazione”, come anche di ridurre il numero di capi annui (5 cinghiali, 3 fagiani e due lepri per la precisione). La discussione è soltanto all’inizio e di sicuro si registreranno altri “scontri” verbali come in queste prime giornate: a giugno, intanto, ci sarà la manifestazione a Torino di diverse associazioni venatorie anche contro questo disegno di legge.