Sabato 22 giugno 2019 si è svolto il Consiglio di Arci Caccia. Riprendiamo alcuni passaggi degli indirizzi approvati e rappresentanti al Consiglio nella comunicazione del Presidente Nazionale Piergiorgio Fassini. “C’è tanto bisogno di questa Associazione per la caccia, per i cacciatori italiani, per i più poveri, per i più deboli. L’ARCI Caccia è protagonista ovunque. Malgrado quanti hanno provato ad usare caccia e ARCI Caccia per interessi propri e sono stati sconfitti”. Ha introdotto Piergiorgio Fassini proseguendo: “I cacciatori di ARCI Caccia sono la forza del bene della caccia: il miglior antivirus per realizzare la nostra passione venatoria.
La flessione dei cacciatori colpisce purtroppo anche noi ma, fortunatamente, meno dli altri, nonostante I tentativi inquinanti di natura personale del passato e che, qualcuno, prova a reiterare anche in questa campagna di tesseramento. La crisi della caccia non si può nascondere. Va affrontata e c’è bisogno di noi. Come e in che modo essere più utili ed efficaci per risolvere ed invertire la tendenza alla “decadenza” del mondo venatorio, sarà il tema del Congresso del prossimo anno. Come ci siamo detti ci daremo una sede di analisi più ampia degli organismi dirigenti: la Conferenza Programmatica.
Gli accadimenti si susseguono vorticosamente ed è difficile ma necessario mettere nella condizione migliore la nostra base perché sia la protagonista di un così importante appuntamento di confronto culturale. Molte relazioni e opportunità di dialogo sono state rimesse in campo. Questo dobbiamo alla caccia: farla tornare nella discussione delle cose utili al Paese. La caccia che serve all’agricoltura e alla Comunità è una sola: quella sociale. Praticata nelle diverse tipologie, in armonia tra i cacciatori, senza prevaricazioni: ogni tipo di caccia fa sistema per la convivenza di tutte le specie selvatiche e domestiche e, l’uomo cacciatore, ambientalista, agricoltore, allevatore, grazie all’intelligenza ha il dovere di trovare e garantire l’equilibrio perché la “biodiversità” sia ricchezza da riconsegnare alle future generazioni che ne sono le legittime proprietarie.
Le battaglie per il clima, superare l’uso delle plastiche non sono cose altre rispetto alla biodiversità e alla conservazione di questo pianeta che ha bisogno anche di una caccia sana, responsabile e riconosciuta. Così abbiamo pensato di manifestare il nostro interesse e la simpatia al giovane movimento dei “Fridays for Future”. Noi ambientalisti con il fucile non lasciamo inquinare la comunicazione del linguaggio diffuso che coniuga ambientalismo con anticaccia. È un falso ideologico, una “crosta” culturale. L’ambientalismo anticaccia è una manipolazione da parte di lobby ancorché associative che, ad arte, operano sui media e sui social per distrarre l’opinione pubblica dalle irrisolte problematiche di tutela ambientale che, spesso volutamente, la politica non affronta”.