Caccia Passione – Una brusca accelerata si è registrata a Bruxelles relativa alla così detta Direttiva Armi, i fatti tragici di Parigi prima, e poi della stessa capitale Belga, seppur assolutamente slegati con un corretto e legale trasporto e uso delle armi, hanno posto la questione tra le più urgenti. In questi casi il rischio, sull’onda dell’emozione e della conseguente pressione dell’opinione pubblica, è quello di creare ulteriori restrizioni ai legittimi utilizzatori di armi senza alcuna ragione obiettiva ma soltanto per dare una sorta di contentino ai media e alla gente. Come se i terroristi kamikaze andassero a comperare ciò che gli serve in armeria. In Italia è stata proposta una iniziativa di legge popolare che tende ad inasprire le pene per chi si introduce illegittimamente dell’altrui proprietà e contemporaneamente abolisce l’eccesso colposo di legittima difesa. Le firme possono essere raccolte fino al 31 maggio ma al momento in ogni comune ti dicono una cosa diversa ed è davvero difficile riuscire a firmare. Anche qui regna sovrana l’incertezza e la confusione.
Con l’abolizione delle provincie e il progressivo trasferimento delle competenze, ad esempio, nella regione Lazio la materia #caccia è passata direttamente alla Regione. Il risultato è che al momento si vive un caos enorme, tanto per dirne una non sono ancora stati forniti i piani di contenimento dei cinghiali, quindi al momento il prelievo al fine di limitare i danni agricoli è bloccato. La Regione non ha ancora attrezzato nulla per assorbire le competenze sulla caccia e sulla pesca, di contro le varie ex provincie se ne lavano le mani dicendo che sono possono farci nulla. Nel frattempo scadono i termini per presentare le domande di ammissione nei distretti e non si sa che fine faranno i corsi di formazione già programmati e così via. C’è però qualcuno che le idee le ha proprio chiare, e che questa confusione gli fa proprio comodo. Sono gli anticaccia che come sempre hanno intenti comuni e risorse economiche da spendere. Non vi sarà sfuggito il neo movimento vegano che molti già definiscono #nazivegano. Altri talebani, integralisti che vogliono a tutti i costi imporre il proprio modo di vedere il monto. Conoscono bene i meccanismi della comunicazione e fanno passare con forza i loro messaggi, ora professando amore eterno per il povero agnello o cucciolo di volpe, ora con azioni intimidatorie e violente nei confronti di chiunque la pensi diversamente da loro. Vedi ad esempio l’aggressione fisica nei confronti di Cruciani della Zanzara reo, secondo loro, di essere a favore del salame!
La situazione politica d’altro canto non promette nulla di buono. Siamo in piena campagna elettorale e nessuno si è schierato a favore del nostro mondo, per riuscire a individuare gli “amici” bisogna interpretare le dichiarazioni, leggere tra le righe, sperare di aver capito bene. Sempre con l’incertezza che poi non facciano i voltagabbana, e di casi ne abbiamo a iosa: Di Pietro, Fini, lo stesso Berlusconi, tanto per fare alcuni esempi. Sul fronte #anticaccia invece la schiera di chi lo ha dichiarato apertamente è folta. In testa il Movimento Cinque Stelle, a partire dai suoi leader Grillo e Casaleggio, ha inserito tra i punti fondanti della loro politica proprio l’abolizione della caccia e dei cacciatori. Anche nelle fila del PD non va meglio, tra le varie correnti gli anticaccia dichiarati si sprecano, Cirinnà in testa, di contro non c’è ne uno, ma dico uno, che si sia schierato a favore della caccia. Sull’altra sponda la situazione non è certo migliore: le posizioni della Brambilla oramai sono note a tutti, lo stesso Berlusconi prova a svolazzare di qua e di là proprio come la bandiera del suo simbolo.
Infine ci siamo noi: il mondo dei cacciatori. Rissosi e permalosi, per essere buoni, altrimenti potrei dire di qualcuno anche in malafede. Non riusciamo proprio a compattarci, litighiamo su tutto: se bisogna andare a caccia con il cane oppure no, se bisogna utilizzare un fucile oppure un altro. Tra un po’ litigheremo pure su che intimo bisogna indossare per una “caccia etica”. Sono stato recentemente attaccato per aver fatto un documentario sulla caccia tradizionale in Friuli Venezia Giulia, provincia di Udine, cioè nell’unica provincia italiana in cui è possibile cacciare gli ungulati con il cane da seguita. Da cronista ho provato a fornire a tutti gli strumenti di conoscenza per potersi fare un’opinione e giudicare serenamente se essere a d’accordo o meno su questa forma di caccia. Ma niente, i talebani che si annidano tra noi cacciatori (pochi per fortuna) ne hanno dette di tutti i colori.
In un clima di confusione come quello in cui stiamo vivendo e con i continui attacchi che provengono da ogni dove, possiamo noi perlomeno far fronte comune? Difendere i nostri valori e la nostra passione? Io spero di si e lavoro ogni giorno per questo.
In bocca al lupo a tutti.