La Regione Toscana ha risposto alla richiesta dell’URCA (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino) in merito alla presenza di un cacciatore formato durante la preparazione di un capo da conferire ai centri di sosta per l’inserimento in filiera. Il regolamento comunitario prevede l’esame preliminare della selvaggina sul posto dell’abbattimento. Sono esclusi in questo caso i capi per l’autoconsumo domestico privato delle carni e i capi abbattuti che rientrano nei casi specifici (particolari organizzazioni o forme di caccia).
I capi possono essere consegnati a un centro per la lavorazione della selvaggina, senza il passaggio mediante un centro di sosta. In base allo stesso principio, si ritiene prioritario, stante la situazione attuale, favorire ed incentivare tutte le possibili modalità di consegna della selvaggina abbattuta ai Centri di Lavorazione della selvaggina. Per quel che riguarda i tempi di conferimento, poi, la Regione ha fornito informazioni già dal 2014.
Le carcasse di selvaggina vanno portate rapidamente al centro di sosta e successivamente a quello di lavorazione della selvaggina, rispettando lo svolgimento temporale di ogni abbattimento. Tra l’altrom è consentito tenere le carcasse di selvaggina selvatica all’interno delle celle frigo dei centri per un tempo non superiore a 72 ore in attesa della consegna al un Centro di lavorazione Selvaggina riconosciuto. Viene fatta salva la possibilità di destinare le carcasse della selvaggina selvatica, subito dopo l’abbattimento, direttamente ai privati.