Il tavolo di concertazione recentemente istituito dal Presidente Enrico Rossi sulle criticità legate alla gestione faunistico venatoria in Toscana, è stato salutato dalla Confederazione Cacciatori Toscani, come una utile opportunità per affrontare e approfondire i punti qualificanti di una nuova prospettiva per la caccia in Toscana. A pochi giorni dall’apertura generale della caccia, i limiti della gestione faunistica e soprattutto la grave crisi che sta colpendo la piccola selvaggina stanziale, mettono in luce l’urgenza di affrontare e mettere mano a scelte radicali per quanto concerne anche il ruolo e le funzioni degli Istituti faunistici pubblici e privati.
La nostra posizione è quella di accelerare la discussione sul nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale e di fissare in esso, gli indirizzi gestionali e la eventuali riperimetrazioni o trasformazioni degli Istituti Faunistici. Un chiaro no, alla riproposizione di un metodo sin qui applicato dalla Regione Toscana, che si incentra sull’approvazione di provvedimenti “stralcio” in assenza di una visione generale. L’ultimo di questi è stato quello sulla delimitazione delle nuove Aree Vocate al cinghiale, partorito senza il coinvolgimento delle associazioni venatorie ed agricole e che sta provocando nei territori e nel lavoro di alcuni ATC Toscani, difficoltà e contenziosi con i distretti e le squadre di caccia al cinghiale. La nostra richiesta per un cambio radicale di impostazione sembra essere disattesa; altre nubi si profilano all’orizzonte! Circolano in queste ore, proposte irricevibili riguardanti le Zone di Ripopolamento e Cattura; infatti, sono state presentate da parte degli Uffici competenti, alcune proposte deliberative che prevedono la trasformazione di tutte le Zone di Ripopolamento e Cattura presenti sul Territorio regionale (salvo quelle presenti nelle aree soggette a SIR o a Rete Natura 2000) in Zone di rispetto venatorio.
Una proposta che ha dell’incredibile non solo per ragioni di carattere normativo, ma soprattutto per le conseguenze che potrebbe causare sotto il profilo faunistico ed ambientale. Vogliamo solo ricordare che tra le due tipologie di strutture (ZRC e ZRV) la legge prevede funzioni e finalità estremamente diversificate. Le ZRC svolgono notoriamente un ruolo conservativo e di mantenimento della fauna selvatica stanziale, seguendo logiche gestionali incentrate al mantenimento di soggetti nati e riprodotti allo stato naturale, salvaguardando così un patrimonio di estremo valore. Una trasformazione generalizzata di questi istituti, porterebbe pertanto ad un considerevole danno alla biodiversità, oltrechè all’azzeramento di anni di investimenti pubblici finalizzati alla loro funzione, per non parlare degli infiniti contenziosi legali che scaturirebbero con gli agricoltori e con i proprietari dei fondi agricoli, per le procedure di pubblicità e trasparenza previste dalla normativa. Nel prossimo incontro che verrà sicuramente programmato a breve dalla Presidenza della Giunta Regionale, la Confederazione Cacciatori Toscani si farà carico di rappresentare con forza la totale contrarietà su questo delicato problema, ed a ribadire con nettezza la necessità già più volte avanzata, di una celere concertazione ed approvazione del nuovo Piano Faunistico Regionale.