CONFAVI è nata per unire il mondo venatorio italiano e per difendere la Cultura rurale – Comunicato Stampa –
Quando abbiamo fatto nascere CONFAVI, abbiamo scelto consapevolmente di non fare il tesseramento diretto e questo per rispetto nei confronti di tutte le associazioni venatorie italiane, per non entrare con loro in competizione e non fornire loro l’alibi per farci la guerra ed impedire la realizzazione del nostro progetto.
Il nostro obiettivo era quello di costruire un’Associazione nella quale potessero confluire tutte le associazioni venatorie italiane, garantendo ad ognuna di esse totale autonomia e pieno rispetto della propria identità.
Siamo riusciti ad unire sotto un’unica bandiera ben sedici associazioni venatorie italiane che non avevano avuto il privilegio di venire riconosciute dalla legge 157/92.
Le altre associazioni, quelle che sono state riconosciute per legge, alcune delle quali continuano a godere dei benefici del riconoscimento senza possedere i requisiti previsti dall’art. 34 della 157/92, hanno deciso di dichiarare guerra alla CONFAVI ed al suo progetto di unire i cacciatori italiani.
Alcune di queste associazioni non hanno neppure avuto il coraggio di firmare il ricorso ma si sono limitate a concordarne i contenuti con le consorelle più esposte politicamente, appollaiandosi sul trespolo degli avvoltoi in attesa di potersi cibare delle spoglie della CONFAVI.
Il contenzioso per il mantenimento del riconoscimento ottenuto dalla CONFAVI con Decreto interministeriale n. 20362 dell’8 febbraio 2006 è ancora lungo e si arricchirà di colpi di scena contrastanti, prima di veder sancito l’inevitabile vittoria finale della CONFAVI.
La prima battaglia è stata vinta dalla CONFAVI che ha riscosso un inequivocabile pronunciamento dei giudici del TAR del Lazio che hanno sancito, entrando dettagliatamente nel merito del contenzioso, la piena legittimità del Decreto interministeriale emesso dopo che ben due ministeri avevano verificato il pieno possesso, da parte della CONFAVI, dei requisiti stabiliti dalla legge.
La seconda battaglia, per motivi che per il momento non possiamo rendere pubblici, vedrà alcuni giudici del Consiglio di Stato smentire i propri colleghi del TAR del Lazio e dare torto a CONFAVI.
La terza battaglia, per la quale siamo già pronti, vedrà finalmente e definitivamente sancita la piena legittimità del riconoscimento della CONFAVI.
Il nostro vero obiettivo era, e rimane, quello di unire tutti i cacciatori italiani e difendere la Cultura rurale.
Le associazioni nemiche dell’unità del mondo venatorio italiano pensano che, impedendo a CONFAVI di beneficiare del finanziamento pubblico, potranno continuare a spartirsi indisturbate l’addizionale di € 5,16 che hanno chiesto ai politici di inserire nella famigerata 157/92 per la quale sono stati svenduti i diritti e la dignità dei cacciatori italiani.
Ma CONFAVI, dalla sua nascita, non ha mai ricevuto un solo euro di finanziamento pubblico ed ha imparato a vivere con le proprie energie, senza avere bisogno di nessuno se non dei cacciatori che credono in Lei e nei suoi progetti.
Unire le associazioni venatorie italiane si è rivelato impossibile?
Ci basterà unire i cacciatori italiani!
Le associazioni venatorie riconosciute per legge vogliono far morire CONFAVI dichiarandole guerra?
Che guerra sia!!!
Da quest’anno CONFAVI avrà meno rispetto per queste associazioni e comincerà a fare il tesseramento diretto (www.confavi.it/tesseramento.asp), invitando tutti i cacciatori italiani ad unirsi sotto un’unica bandiera.
CONFAVI ha promosso la Petizione popolare che ha raccolto le 843.846 firme certificate a sostegno delle modifiche alla 157/92.
Senza CONFAVI non si sarebbe mai iniziato a discutere delle modifiche alla 157/92 in Parlamento.
CONFAVI è stata la promotrice delle manifestazioni nazionali del primo settembre 2006 e del 9 marzo 2010.
CONFAVI ha dato vita al Coordinamento per la difesa e la promozione della Cultura rurale.
CONFAVI rappresenterà il futuro della caccia italiana ed il baluardo per la difesa della Cultura rurale.
Mentre qualche dirigente venatorio usa i soldi dei propri associati e quelli del finanziamento pubblico per pagarsi stipendi dorati e rimborsi spese faraonici, noi usiamo i soldi dei nostri associati per comprare striscioni e bandiere, per pagare avvocati in difesa dei diritti di tutti i cacciatori, per promuovere iniziative in difesa della nostra Cultura rurale.
Ecco perché il futuro ci appartiene.
Maria Cristina Caretta
Presidente nazionale CONFAVI