Il no della Questura
Risale allo scorso 16 luglio una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che aggiunge una nuova casistica a quella già molto ampia che riguarda il possesso della licenza di caccia. A un uomo è stato infatti negato il rinnovo del porto di fucile a causa di una condanna in primo grado per bancarotta fraudolenta. La scelta della questura ha portato per l’appunto all’approfondimento da parte dei giudici del TAR.
Le motivazioni
Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, ogni persona coinvolta in situazioni del genere devono essere in grado di dimostrare una condotta di vita impeccabile e irreprensibile. La non affidabilità, poi, viene valutata dai giudici in maniera discrezionale, di conseguenza anche un reato come la bancarotta che non ha alcuna attinenza con le armi può rientrare tra le cause ostative.
Ricorso respinto
Tra l’altro, dettaglio non certo secondario, il ricorrente era già stato protagonista in passato di un’altra revoca della licenza di caccia. I giudici hanno quindi confermato la decisione della Questura e il rinnovo del porto di fucile è stato ufficialmente negato.