Carlo Signorelli, presidente della Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera (in provincia di Lecco), è intervenuto nel corso dell’audizione dell’Ottava Commissione della Regione Lombardia. Come ha sottolineato nella sua relazione, i danni causati dalla fauna selvatica e in particolare dai cinghiali sono molto gravi, dunque la Regione dovrebbe occuparsene con grande attenzione.
La ricetta consigliata non è soltanto quella delle gabbie e degli abbattimenti selettivi, ma anche dell’aumento degli indennizzi, investimenti in recinzioni nelle aree sensibili e la raccolta analitica dei dati. Già alla fine di luglio era stata presentata da Signorelli una mozione per chiedere provvedimenti idonei e contenere la specie. Secondo il presidente, il sistema delle trappole ha funzionato, tenuto conto che ci sono state più di 100 catture con 10 gabbie nel solo 2016 nel Lecchese.
Ora, però, si dovrebbe aggiungere la caccia notturna, soluzione a cui abbinare un maggiore utilizzo dei selecontrollori, cacciatori abilitati in grado di aumentare il numero di interventi e abbattimenti. Signorelli si è detto infine convinto che il territorio della comunità montana lombarda non sia idoneo a sopportare la presenza dei cinghiali, di conseguenza sono necessarie soluzioni tecniche più efficaci rispetto a quelle messe in atto fino ad ora.