Con ragionevole cognizione di causa, posso affermare che almeno altri 150 cervi sarebbero stati abbattuti». Per De Angeli «è un problema per i cacciatori che hanno versato il dovuto (circa 650 euro il complessivo della licenza, ndr), facendo i conti con una caccia “a singhiozzo”, iniziata con 50 giorni di ritardo rispetto al 2019, a fronte del parere negativo di Ispra, parere su cui Regione Lombardia non ha proferito parola contrariamente a quanto avvenuto nel 2019. Ma non è tutto, perché il problema si estende ai territori. Dal nostro punto di osservazione, il fenomeno è in crescita ed è direttamente correlato ai minori abbattimenti.
Senza contare i danni alle coltivazioni ed ai privati. È un problema serio su cui, alla luce anche delle nuove dinamiche imposte dalla pandemia, servono scelte politiche forti. Per questo attraverso anche l’esperienza maturata in questi anni, chiediamo a Regione Lombardia di aprire quest’anno la caccia al cervo il 25 agosto e non a ottobre come avvenuto quest’anno nonché la possibilità di cacciare il cervo a gennaio. Credo che a favore delle nostre proposte ci siano tanti argomenti validi, che vanno dalla sicurezza sulle strade del territorio ai danni causati a chi di agricoltura vive o a chi si vede i giardini presi d’assalto» ha concluso De Angeli (La Provincia di Como).