Enti privati con finalità pubbliche, i Comprensori Alpini consentono una corretta fruizione della natura da parte dei cacciatori, dei naturalisti e degli amanti della natura e garantiscono la tutela faunistica di un territorio tanto speciale e ricco quale è quello delle Alpi.
Un Comprensorio Alpino altro non è che un Ente privato che possiede delle finalità pubbliche e che si occupa sostanzialmente della gestione faunistica, venatoria, nonché ambientale di una porzione di territorio regionale. Ciascun comprensorio alpino, a seconda della provincia di riferimento, possiede il proprio statuto e Legge Regionale, per quanto tutti assecondino i dettami della Legge 11 febbraio 1992 n° 157.
A livello organizzativo un Comprensorio Alpino è retto da un comitato di gestione che in grossa sostanza è costituito da un totale di 20 componenti. Questi vengono nominati in precedenza dalla Provincia e dovranno rappresentare le associazioni territoriali agricole, le associazioni venatorie, quelle ambientalistiche e naturalmente gli enti locali. Insomma un’organizzazione per la gestione del territorio a tutto tondo, che in sé accorpa e fa convivere pacificamente le più variegate necessità.
Le funzioni
Sono davvero numerose, perché territori tanto ricchi e ampi, frequentati dagli amanti della natura, cacciatori, appassionati di trekking e di vita all’aria aperta, devono essere necessariamente gestiti, tutelati e protetti. Di certo una delle funzioni principali dei Comprensorio Alpino è quella di ricognizione delle risorse faunistiche. Per dirla più semplice un Comprensorio si dovrà occupare di censire gli ungulati e la fauna tipica della zona, anche nel caso di fauna minore. Dovrà inoltre monitorare, in base alle necessità contingenti, alcune specie oggetto di studio. Si tratta di una funzionalità davvero importante nel caso di ripopolamenti mirati o di particolari progetti. Compito del comprensorio alpino è inoltre quello di formulare periodicamente piani di abbattimento degli ungulati, quali cervi, camosci, cinghiali, caprioli e mufloni ma anche della più piccola fauna tipica delle Alpi, come ad esempio il fagiano di monte, la pernice bianca o la lepre variabile e la volpe. Dovrà in seguito sottoporre il progetto alla giunta regionale per l’approvazione.
Naturalmente, manco a dirlo, una delle funzioni più importanti dei comprensori è certamente l’organizzazione di interventi mirati al miglioramento ambientale del territorio, al ripristino o mantenimento degli habitat che gestiscono, fondamentali per la vita della tipica fauna alpina. I Comprensori si debbono inoltre occupare dell’accertamento e dell’erogazione di eventuali indennizzi per danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole, e dell’erogazione di contributi per la creazione di recinzioni metalliche o elettrificate. Si occupano del ripopolamento, della distribuzione dei tesserini venatori per la caccia agli ungulati, formulano, se necessario, proteste al piano faunistico venatorio e possono a seconda delle circostanze, formulare richiami in merito ad eventuali sospensioni della caccia temporanee o in deroga al calendario venatorio. Hanno inoltre la possibilità di ripartire internamente il territorio che gestiscono, individuando delle aree di caccia specifica, le ACS e organizzano i Centri di Controllo che si occuperanno appunto del controllo sugli abbattimenti rispetto ai piani di controllo faunistico redatti in precedenza. Pulizia dei sentieri, erogazione di borse di studio e divulgazione in materia faunistica sono ancora una volta tutte incombenze degli impegnatissimi e utilissimi Comprensorio Alpino. In una parola i comprensori alpini si occupano della gestione faunistica del territorio, che solo negli ultimi decenni è divenuta una reale necessità. La fauna selvatica è diventata lentamente da bene di nessuno, bene di tutti, dell’intera società, da tutelare dunque con cautela e regole ben precise, fatte rispettare appunto dai Comprensorio Alpino. Con la loro attività, riescono a difendere le parti dei naturalisti, dei ricercatori, dei cacciatori o dei semplici appassionati, tentando di rendere compatibili le attività umane e le popolazioni di selvatici.
La legge 11 febbraio 1992, n° 157
Per quanto ogni comprensorio alpino faccia capo al proprio statuto previsto a seconda delle Leggi Regionali, è immancabile che tutti facciano riferimento ad una legge comune, la 11 febbraio 1992 n° 157 che si occupa di norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e del prelievo venatorio. La legge lunga 37 articoli gestisce in maniera organica l’intera argomentazione sulla gestione e protezione faunistica definendo fin dal primo articolo cosa sia la fauna selvatica, un patrimonio indisponibile dello Stato da tutelare nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale. Nel secondo articolo si elencano le specie selvatiche oggetto di tutela. Che siano essi mammiferi o uccelli, viventi stabilmente o temporaneamente in un determinato territorio, tutti i selvatici in stato naturale di libertà, sono oggetto di tutela da parte della legge. L’articolo non manca di scendere nel concreto, elencando i mammiferi e gli uccelli protetti in maniera specifica, fra cui ricordiamo il lupo, l’orso, la martora, la puzzola, lo sciacallo dorato, la lontra, il gatto selvatico, la lince, la foca monaca, il cervo sardo ed il camoscio d’Abruzzo, il marangone minore, i pellicani, le cicogne, la spatola, il cigno reale e quello selvatico etc. Negli articoli 3 e 4 si discute sul divieto di uccellagione e sulla cattura temporanea per inanellamento e nell’articolo 5 sull’esercizio venatorio da appostamento fisso con uso di richiami vivi. Si sfiorano anche argomenti quali la tassidermia, e la gestione dei piani faunistico venatorio, dedicando nell’articolo 11 una particolare attenzione alla zona faunistica delle Alpi, che data la tipica flora e fauna è considerato un territorio a sé stante. Ci si sofferma con particolare interesse sull’organizzazione dei Comprensori Alpini all’articolo 14, che tratta della gestione programmata della caccia, e segue trattando di tantissimi altri argomenti di primaria importanza
A conclusione non possiamo che sottolineare l’importanza dei comprensori alpini, e la rilevanza dei ruoli svolti. Forse proprio per questo i cacciatori per primi, e gli amanti della natura in generale combattono ogni giorno insistendo per il buon funzionamento di questi enti che consentono una fruizione della natura sicura, pulita, piacevole, esattamenet come dovrebbe essere.