Il Comitato ritiene che il metodo iniziale era quello corretto, cioè una gestione territoriale da parte degli enti preposti, con i cacciatori nella “veste” di risorsa gratuita e chiamata a svolgere un ruolo significativo per i territori italiani. Tra i conflitti da risolvere a tutti i costi c’è, sempre secondo l’associazione, la crescita senza freni degli ungulati e di altri selvatici che abbandonano i boschi per avvicinarsi ai centri abitati.
Nel comunicato si legge anche come il ritiro degli emendamenti sia uno svilimento delle proposte di modifica sulla gestione faunistica, basata su metodi razionali e scientifici. L’augurio di CNCN è che la deriva animalista non privi il nostro paese delle norme corrette per regolare una materia tanto preziosa. Non si può attendere altro tempo.