Colombaccio: Recentemente concluso il Convegno Internazionale sul Colombaccio dal titolo “IL COLOMBACCIO IN EUROPA SUD OCCIDENTALE” tenutosi a Urbino. – Biologia-Ecologia-Caccia ragionata e durevole.
Si è concluso con incredibile successo il Convegno Internazionale organizzato da Club Italiano Del Colombaccio di sabato 16 aprile presso l’aula magna del Campus Scientifico dell’università “Sogesta” di Urbino. A dar vita a questo importante appuntamento è stato il Presidente del Club Italiano del Colombaccio l’Avv.Francesco Paci, che si è avvalso della collaborazione di alcuni soci del Club; in particolare, è stato Graziano Giovannetti a fornire aiuto ed esperienza organizzativa, oggetto di discussione una caccia ragionata e durevole da protrarre negli anni.
E’ stato proprio il Presidente Paci ad aprire i lavori introducendo il convegno con un appassionato intervento che ha avuto nell’etica applicata alla caccia il suo personalissimo fulcro. Questa prima parte della mattinata e stata caratterizzata da tante e qualificate presenze di politici, dai contributi dei vari assessori presenti è scaturita la comune volontà di “meglio conoscere il colombaccio” per un prelievo venatorio ragionato e durevole.
E’ stata poi la volta del francese Jaques Luquet ( Presidente Nationale Association Chasseurs ) che con pochi e decisi tratti ha messo a fuoco alcuni aspetti attinenti l’ecologia e la caccia del selvatico nella sua nazione, evidenziando come in questi ultimi anni il colombaccio stia diventando sempre più stanziale in tutta la Francia, infine è stato rappresentato che una legge di recente applicazione in quasi tutti i Dipartimenti francesi ha concesso la possibilità di usare richiami vivi per la caccia tradizionale al colombaccio.
Di seguito, è stato il Dott. Antonio Bea (tecnico cinegetico spagnolo di fama internazionale) ad illustrare il “pianeta-colombaccio”con riferimento all’Extremadura, terra di confine tra la Spagna e Portogallo e di regioni limitrofe note per accogliere milioni di colombacci svernanti, centro nevralgico i dormitori dove i tecnici aderenti al G.I.F.S. (Gruppo Investigativo Fauna Selvatica), hanno un comune denominatore ai loro studi. Il Dott. Bea con i grafici ha calamitato l’attenzione delle trecento persone presenti nell’aula magna evidenziando trend positivi del numero dei soggetti svernanti nella Penisola Iberica. Unico dato “sconcertante” è stato quello relativo alla stagione invernale appena trascorsa con circa tre milioni di colombacci in meno censiti ai dormitori.
In pratica i colombi mancanti in Spagna e Portogallo si sono limitati a varcare i Pirenei svernando in Francia. Dai dati forniti dai satelliti è emerso che i colombacci equipaggiati con ricetrasmittenti cominciano il ripasso nella prima/seconda decade di marzo, per questo motivo i cacciatori Spagnoli e Portoghesi chiedono di poter cacciare il colombaccio fino al 20 febbraio. Infine, sono state citate interessanti iniziative mirate alla protezione dei dormitori degni di responsabile attenzione da parte dei cacciatori.
Il Dott. Sauro Giannerini ha relazionato sul”Progetto Colombaccio” Italia.Anche in questo caso è stato sapientemente illustrato lo studio sulla migrazione del colombaccio che il Club Italiano porta avanti da ormai quindici anni. Il tecnico faunista ha spiegato ai presenti interessanti aspetti certo alle migrazioni, ma ha anche lasciato trasparire l’importanza di ampliare e migliorare indagini mirate ad altri momenti legati alla vita del colombaccio, vale a dire la nidificazione e lo svernamento in Italia. Un caloroso applauso ha contraddistinto la conclusione del suo intervento.
Dopo la pausa pranzo ricominciano i lavori, moderatore del convegno Vladimiro Palmieri, il giornalista di “Sentieri Di Caccia” ha cercato di animare da subito il dibattito, molto qualificato, sottolineando le questioni che sono emerse nel convegno della mattina, puntuale la nota con cui ha evidenziato che ormai la linea “gotica” del passo si è spostata sempre più a nord, che è emersa una sottovalutazione di questo tipo di caccia tradizionale che al dilà dell’enunciazione di principio della 157/92 non ha trovato conforto rimarcando la mancata legiferazione delle regioni che non hanno posto rimedio all’annoso problema delle distanze senza salvaguardare la specificità. Rileva inoltre l’assurdità delle province nel concedere privilegi “riservisti” quali gli appostamenti fissi senza richiami vivi.
Particolare interesse ha creato l’intervento del vice Presidente Provinciale di Perugia, con delega sulla caccia Franco Granocchia (portavoce del Presidente Provinciale Marco Vinicio Guasticchi) che ha annunciato la collaborazione tra la Provincia di Perugia, disposta a finanziare un protocollo d’intesa per istallare un impianto di cattura ed inanellamento nella Z.R.C. di Torrecertalda ed il Club Italiano rappresentato dal Dott. Sauro Giannerini (inanellatore abilitato ISPRA) e dal signor Vasco Feligetti. L’assessore Granocchia ha rimarcato l’eccessiva pressione venatoria degli ultimi anni che in preapertura ha concentrato tutta la pressione sul colombaccio, segnalando la necessità di spalmare su più specie ed in modo contemporaneo l’attenzione delle trentamila doppiette umbre.
Concludeva dicendo ( l’apertura generale della caccia sembra essere la strategia giusta per evitare che una sola specie debba “assorbire” una eccessiva pressione venatoria) Un calorosissimo applauso dei numerosi presenti salutava la conclusione del suo intervento.
Di seguito il Prof.Gabriele Marra (docente di diritto penale dell’università di Urbino)si è occupato di illustrare aspetti del così detto maltrattamento animali che, in alcuni casi, può addirittura configurarsi a (parere di zelanti autorità…) nel nostro rapporto coi piccioni usati da richiamo. Le soggettive interpretazioni di giudici (animalisti?) lasciano purtroppo perplessi e certo creano preoccupazione.
Il consigliere regionale della regione umbria e vice Presidente nazionale della F.I.D.C. e Presidente della terza Commissione, Massimo Buconi, concentra il suo intervento sulla necessità del mondo venatorio di essere in grado di fornire dati scientifici, per una oculata gestione di tutte le specie migratorie, che solo con questi presupposti si potrà parlare in futuro di caccia programmata. Il vice Presidente ha espresso la volontà di perseguire un maggiore ruolo e peso della Federazione nelle strategie e politiche ambientali e venatorie a livello europeo, l’obbligo, nel rispetto della legge, che determina la stesura del calendario venatorio con date imprescindibili.
Era presente il Presidente Nazionale Arcicaccia Osvaldo Veneziano si è mostrato preoccupato per la scissione del mondo venatorio in Club, che tutte queste dinamiche portano a dividerci causando un grave errore che non riporta un interesse generale al mondo venatorio, dell’esigenza e obbligo immediato del ripristino di valori delle cacce tradizionali e incentivare la ricerca scientifica che attraverso gli osservatori faunisti delle regioni si operi per una oculata gestione delle specie migratorie.
Il CPA rappresentato dal Presidente Nazionale Alessandro Fiumani, attribuisce le responsabilità del malcontento generale dei cacciatori alle associazioni venatorie per non essere state in grado di tutelare il mondo della caccia. Rimarca l’esigenza di tutelare tutte le forme di caccia portatrici di cultura e tradizioni.
Il protrarsi del convegno e sopraggiunti impegni personali non hanno permesso al Presidente Anuu. Migratoristi, Marco Castellani, presente in aula, di intervenire al dibattito.
Lunga vita al colombaccio e lunga vita ai cacciatori “europei di colombaccio! Ecco il motto del nuovo soggetto venatorio che potrà raccogliere le adesioni dei numerosi cacciatori.
Club Italiano del Colombaccio
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