Colombacci in Argentina: La bella esperienza di tre amici alla scoperta dell’Argentina, accompagnati nel proprio viaggio dalla propria agenzia venatoria di fiducia.
Quando io e i miei due compagni di caccia abbiamo deciso di organizzare un viaggio venatorio, ancora non sapevamo con precisione dove ci avrebbe portato il vento. Luigi propendeva per la Mongolia, mentre Davide era tutto proiettato verso la Scozia per non so quale ricordo di viaggio adolescenziale. Io in verità pur di lasciare per qualche tempo il mio lavoro e il mio tran tran quotidiano sarei andato ovunque! Siamo tre cacciatori lombardi, ci siamo conosciuti sui banchi di scuola e questo viaggio, dopo 30 anni di amicizia, non ha fatto altro che saldare il rapporto: lo consiglio davvero a tutti.
E’ stato sfogliando un giornale online di settore che ci è saltata in testa l’Argentina, raccontata come la terra promessa di ogni cacciatore: ricca di vegetazione, praticamente disabitata vista la sua estensione sorprendente, dotata di una varietà di selvaggina che lascia letteralmente a bocca aperta.
Ci si può dedicare alla caccia alle pernici, alle oche, ai colombacci, alle tortore e non solo. Per questo abbiamo contattato una nota agenzia di viaggi venatori, che organizza viaggi venatori in Argentina e il progetto in men che non si dica è diventato realtà.
Il periodo durante il quale ci era possibile organizzare il viaggio era piuttosto ampio: tra il 1 di maggio e il 15 di agosto, ma alla fine siamo giunti ad un compromesso: tutti e tre ci siamo liberati per la fine di maggio, e fucile in spalla e cane al fianco abbiamo vissuto un’avventura indimenticabile. Normalmente, come nel nostro caso, l’arrivo è previsto a Buenos Aires dove ad attenderci c’era già qualcuno: meglio così. Durante questo viaggio abbiamo deciso di non pensare davvero a niente!
L’argentina è piaciuta sia a me che ai miei compagni: e chi l’avrebbe mai detto che avremo vissuto insieme questa avventura? La nostra meta di destinazione era Cordoba, ideale per la caccia alle tortore e ai colombacci. Il dintorno e la provincia tutta sono caratterizzati da belle pianure agricole nelle quali ci è stato detto si coltiva mais, frumento, sorgo, girasole e soia. Qui la caccia è consentita da aprile a luglio e da agosto a febbraio e devo ammetterlo, regala parecchie soddisfazioni, specie se si ha l’accortezza di farsi accompagnare da un favoloso pointer o da un miracoloso setter inglese, cani che rendono la caccia se possibile ancora più piacevole.
Le belle pianure di cui ho appena raccontato sono il luogo ideale di pastura per i colombacci della zona, anche perché il più delle volte i campi sono a pochi battiti d’ali da piccoli e grandi laghetti naturali e artificiali. Io, fortunato come al solito, durante le mie giornate di caccia ho subito stretto un certo legame con alcuni ulivi secolari all’interno dei quali erano soliti raggrupparsi moltissimi colombacci: d’altronde so bene che l’oliva è uno dei cibi preferiti da questi deliziosi volatili e quando ho individuato gli ulivi, sono andato a colpo sicuro; la massima pare valere sia per i colombacci italiani, sia per quelli argentini.
Naturalmente le tecniche di caccia non variano un granché: se scegli di volare in Argentina per dare la caccia ai colombacci devi comunque avere con te un abbigliamento che ti consenta di mimetizzarti con il dintorno, meglio ancora se sono messe a disposizione buone poste di caccia costruite ad hoc. Nel nostro caso non solo erano presenti, ma ogni postazione metteva a disposizione del fortunato cacciatore bevande analcoliche fresche, una sedia e su richiesta delle cartucce.
Ovviamente la caccia ai colombacci non è l’unica possibile. Sul luogo mi hanno parlato molto bene della caccia alle tortore anch’essa particolarmente praticata nella provincia di Cordoba visto che si stima vi risiedano circa 50 milioni di esemplari. In questo caso la caccia è aperta tutto l’anno visto che l’abbondanza del volatile lo rende particolarmente indesiderato dai cittadini e dai contadini. Ci è stato raccontato che questo esercito di tortore è in grado di consumare circa il 20% dei cereali coltivati nella zona. Il momento migliore per la caccia alla tortora rimane comunque quello tra agosto e febbraio quando i volatili si spostano con frequenza verso i pastatoi rendendosi particolarmente visibili.
Santa Fè è invece provincia specializzata per la caccia alle anatre e alle pernici e visitando le zone attraversate dal fiume Paranà si comprende velocemente perché: risaie, foci, e bellissime lagune danno vita ad un vero e proprio paradiso per cacciatori e pescatori. Per lo meno così mi è stato descritto visto che io non ho avuto ancora la fortuna di visitare la provincia e di cimentarmi nella caccia alle anatre e alle pernici che pare abbondino nella zona. Il prossimo viaggio venatorio sarà comunque diretto verso la zona, tanto più che per dare la caccia alle pernici, che normalmente si nascondono in immensi prati di erba medica o campi di cereali è consigliato l’uso di Breton o Pointer capaci di individuare le piccole pernici locali.
Il consiglio che do a tutti quelli che hanno deciso di vivere questa avventura è quello di affidarsi ad un tour operator serio: noi da questo punto di vista non abbiamo avuto alcun problema. L’agenzia di viaggio che abbiamo scelto, operante su tutto il territorio Argentino ci ha consentito di personalizzare e vivere a pieno la nostra vacanza, mettendo a nostra disposizione non solo professionalità, ma anche una squisita accoglienza e un’eccellente conoscenza dei luoghi.
Detto questo a me, a Luigi e a Davide non ci resta che augurarvi un felicissimo viaggio alla scoperta dell’Argentina.
Salve ho provato ha mandare una email a [email protected] ma mi dice che l’email e sbagliata e possibile
avere un indirizzo email aggiornato
Cordiali Saluti
Ruggero De Ceglie