Caccia da Palco ai Colombacci: Per catturarli, si accetta persino di dormire in macchina per un mese intero. Ma non solo, per averli dentro la propria cerniera si è disposti anche ad allestire rischiose impalcature.
Quando si parla di caccia ai colombacci da palco, sono proprio queste le esperienze a cui i cacciatori vanno incontro. Si tratta di esperienze rischiose, certo, ma anche ricche di emozioni impossibili da dimenticare. La caccia ai colombacci da palco vanta una lunga tradizione, specie in alcune regioni italiane come la Toscana. In altre, come la Sicilia, questa pratica è, invece, caduta in disuso. Il palco, infatti, è una delle tante tecniche di caccia con cui è possibile catturare e abbattere i colombacci.
Questi migratori possono essere cacciati sia con la caccia di appostamento che con quella vagante. Le vere emozioni si provano, però, durante la caccia da palco, l’unica in grado di mettere a dura prova le abilità venatorie del cacciatore.
Chi caccia i colombacci in maniera vagante, lo fa spesso per motivi di tempo o per la scarsa voglia di impegnarsi in un’attività che richiede impegno, sacrificio e addestramento. Non tutti gli appassionati di caccia la pensano, però, allo stesso modo, e quelli che hanno già praticato questo tipo di caccia, parlano di emozioni mai provate prima, di divertimento e di forti scariche di adrenalina che rendono la caccia da palco una delle migliori in assoluto.
Ma perché la caccia da palco ai colombacci è così amata? L’interesse per questa pratica venatoria nasce dal fatto che si tratta di una tipica caccia aerea, in cui bisogna allestire un’impalcatura ( il palco) sopra i rami di un albero, dove saranno montate delle gabbie e delle postazioni con degli uccelli che faranno da richiamo per i colombacci.
Per avvistare e colpire la selvaggina, il cacciatore, a sua volta, dovrà raggiungere l’impalcatura tramite degli scalini ben fissati sul terreno e vicini al tronco. Spesso, la postazione del cacciatore si trova a diverse decine di metri da terra. Sparare dall’alto è molto rischioso, ma, se l’impalcatura è ben fissata, si può avere anche la sensazione di toccare il cielo con un dito. Se poi, oltre a “toccare” il cielo, si riesce ad abbattere un buon numero di colombacci, allora successo e divertimento sono assicurati.
I colombacci non sono dei volatili sprovveduti, ma il palco, se allestito con cura e maestria, può diventare un’esca molto appetibile per questi migratori. Appartenenti alla stessa famiglia dei piccioni e delle colombe (ordine Columbiformes, famiglia Columbidae), i colombacci hanno un corpo più allungato rispetto alle altre specie simili, con un piumaggio color grigio blu e parti inferiori color vinaccio. Non esistono differenze morfologiche tra i due sessi. Il corpo di questi uccelli è lungo circa quarantatrè centimetri, che diventano circa settanta in fase di apertura alare, per un peso complessivo compreso tra quattrocento e seicento grammi. I colombacci, negli anni, hanno quasi perso del tutto le loro abitudini migratorie, diventando una specie stanziale.
In genere, la loro nidificazione avviene in tutta Europa, ad esclusione delle zone più fredde. I colombacci svernano nei mesi invernali, mentre, in Italia, migrano e nidificano in maniera irregolare. L’habitat ideale di questa specie sono i boschi, ma anche i centri urbani. Il nido dei colombacci può essere posizionato proprio sugli alberi o sugli edifici. Di solito viene allestito in maniera frugale, con semplici rami intrecciati. Altrettanto frugale è l’alimentazione di questi migratori: resti vegetali e, occasionalmente, qualche invertebrato.
Niente, invece, è più lontano dall’essere frugale, quanto l’allestimento del palco, considerato, forse, la parte più impegnativa e importante della caccia ai colombacci.
Il palco, come già detto, viene montato tra le fronde degli alberi, mimetizzandolo con resti di piante e foglie. Questa impalcatura comprende anche degli stantuffi e delle rastrelliere entro i quali saranno piazzati degli uccelli da richiamo. Solitamente, per cacciare i colombacci si usano piccioni da palpa e volantini, detti anche “zimbelli da avvistamento”. Si tratta di uccelli che vengono addestrati ad avvistare i colombacci. I primi, posti sugli stantuffi, sbatteranno le ali appena avvisteranno la selvaggina, i secondi, messi sulla rastrelliera, dopo l’avvistamento cominceranno a girare per far avvicinare le prede e consentire al cacciatore di sparare qualche colpo. Il palco dovrà contenere, tra i rami dell’albero, un piano rettangolare, da dove il cacciatore dovrà posizionarsi e sparare. Il piano sarà raggiunto tramite degli scalini. Poco al di sotto del piano, si fissa una gabbia contenente gli zimbelli da richiamo opportunamente addestrati. Questi volatili, appena avrà inizio l’impresa venatoria, dovranno essere liberati per attirare la selvaggina.
Il palco, nella parte aerea, termina con un piano composto da una serie di tubi in acciaio collegati tra loro in modo da formare un quadrato o un rettangolo. Questi tubi dovranno essere legati ai rami dell’albero con dei lacci. Si sconsiglia di usare legacci in ferro o spago che possono strozzare e uccidere la pianta. La legatura deve essere ben salda, in modo da tenere ferma l’impalcatura, costituita sempre da una serie di scalini con tubi in acciaio che partono da terra e che circondano tutta l’altezza dell’albero. I tubi in acciaio non vanno conficcati nel terreno, ma vanno fissati aggiungendo i piedini. I tubi da usare sono quelli innocenti( i più robusti), a cui fissare dei cavi in acciaio che costituiranno i vari scalini del palco. I cavi vanno stretti e allentanti ogni anno, in base alle dimensioni della pianta che dovrà ospitare la postazione. Nel caso si usino tubi da un metro ( i tubi lunghi sono meno stabili) si possono fare dei fori a terra di almeno 90 centimetri, dove aggiungere una gittata di cemento. Questa impalcatura costituirà un sorta di capanno. Nel piano superiore, per mimetizzarla, si aggiungeranno parti dell’albero e resti di altra vegetazione, come rami e foglie di cedro e alloro. Al di sotto del piano di appostamento, cioè negli scalini immediatamente inferiori, si posizionerà e fisserà la gabbia con gli zimbelli da avvistamento. I piccioni vanno liberati e collocati su degli stantuffi (aste con piani circolari) nella parte anteriore del piano, mentre in quella posteriore si metterà una rastrelliera in legno dove far girare i volantini.
Caccia da Palco ai Colombacci: Per implementare questa struttura bisogna anzitutto individuare il posto adatto, chiedere l’autorizzazione all’eventuale proprietario del terreno e all’ufficio provinciale Caccia e Pesca. Quest’ultimo rilascerà una licenza annuale rinnovabile per la caccia da appostamento.
La caccia ai colombacci inizia tra ottobre e gennaio. In Italia, alcune Regioni hanno prolungato i calendari venatori per questa specie fino a febbraio. I flussi migratori 2012/2013 dei colombacci sembrano, infatti, più ritardati rispetto agli anni precedenti. Se il palco funzionerà a dovere, i colombacci lasceranno lo stormo e si posizioneranno esattamente nella direzione dello sparo. Per colpirli al meglio, si consiglia di usare fucili sovrapposti monogrillo selettivi con estrattori automatici o fucili automatici con calcio regolabile e prolunghe. Ideali sono anche i sovrapposti con canne da 76 cm e strozzatori intercambiabili. Le dimensioni degli strozzatori dipendono dalla distanza di tiro, ma anche dalle cartucce usate. Nella caccia al colombaccio da palco si possono usare anche sovrapposti con canna da 71 centimetri e strozzatori a tre stelle, cioè con una mezza strozzatura. Alcuni cacciatori consigliano la strozzatura piena, a una stella, perché la rosata è più densa e compatta. Ma il risultato dipenderà sempre dalla distanza del tiro e dalle cartucce usate e quindi, per la caccia da palco al colombaccio, meglio puntare sul sicuro, cioè sugli strozzatori intercambiabili.