Stagioni “pazze”
Una buona annata per i Colli Euganei, Riserva della Biosfera Mab Unesco. Lunedì 26 agosto è iniziata ufficialmente la vendemmia delle varietà Chardonnay e Pinot Grigio (anche se la Cantina sociale di Vò ha aperto i battenti già ieri per i primissimi conferimenti delle uve): gli auspici sono i migliori. Vero che la primavera è stata molto piovosa, ma l’esplosione del caldo all’inizio di luglio ha fatto maturare al meglio le uve. Come sottolinea Cia Padova, da fine aprile e metà luglio i viticoltori hanno incrementato i trattamenti ai vigneti al fine di scongiurare eventuali malattie provocate proprio dalle abbondanti precipitazioni verificatesi a maggio. Operazioni, queste, che hanno consentito di ottenere dei risultati eccellenti. In particolare per il Serprino, “il Re degli Euganei”, i cui chicchi sono belli sani e gonfi.
Altre varietà
“Poi bisognerà valutare la vera resa del mosto durante la fase di pigiatura, in cantina. Tuttavia, i presupposti sono ottimi”. Bene pure la varietà Garganega, che secondo le prime previsioni confermerà la performance del 2023. Così così il Moscato, con possibili rese fino ad un -20%, e il Cabernet Sauvignon (-10%). “In ogni caso -spiega il presidente della zona Cia Este-Montagnana, Emilio Cappellari- che ci sia tanta o poca uva attaccata al singolo grappolo, i tipici terreni vulcanici dei Colli garantiscono sempre e comunque una buona gradazione alcolica e una performance qualitativa di alti livelli”.
Peste suina africana
Permangono, però, delle difficoltà oggettive: su tutte, gli aumenti dei costi di produzione e l’annosa questione dei danni causati dai cinghiali in tutta l’area degli Euganei. “La problematica degli ungulati, che col loro passaggio possono distruggere un intero raccolto in una sola notte, resta irrisolta -osserva il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato- Abbiamo chiesto agli enti competenti di dare continuità ai contenimenti, anche al fine di scongiurare l’avvento della peste suina africana in Veneto. I cinghiali, difatti, sono i principali vettori di questo virus”. È necessario, prosegue, “che l’azione dei selecontrollori sia tempestiva. Quando gli agricoltori segnalano la presenza degli ungulati stessi, e i conseguenti danni, occorre procedere celermente con l’autorizzazione agli interventi”.
I dati dello scorso anno
Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, in provincia sono 7.500 gli ettari vitati, per un fatturato annuo che sfiora i 70 milioni di euro. L’anno scorso, inoltre, sono stati coltivati 1.200 ettari con il metodo biologico (ovvero il 16% del totale). “L’appello che lanciamo alle Istituzioni è quello di una maggior valorizzazione della nostra produzione”, aggiunge Trivellato. “Siamo disponibili ad una collaborazione in tal senso -conclude- finalizzata a far conoscere al grande pubblico le qualità della Doc dei Colli Euganei e di tutti i vini di pianura” (fonte: CIA).