Con la presenza di circa 50mila cinghiali in tutto il Veneto di cui solo 10mila accertati sui Colli Euganei, la conferma che le attività di controllo della fauna selvatica rientrano in quelle di pubblica utilità conforta gli imprenditori agricoli veneti ai quali ogni anno vengono liquidati 300mila euro di rimborsi a fronte di un danno il cui valore è tre volte tanto. E’ quanto sostiene Coldiretti nel sottolineare la specifica nota della Direzione regionale agro ambiente che considera operativi in questo senso, senza restrizioni, sia i volontari che il personale ex provinciale addetto alla vigilanza su tutto il territorio.
Per questo ruolo lo spostamento è giustificato anche nella modulistica prevista dalle ordinanze relative all’emergenza sanitaria. Coldiretti Veneto ricorda, inoltre, l’utilità dei selecontrollori che tengono sotto osservazione le proliferazioni con azioni dedicate: “Si tratta – sostiene Coldiretti – di inibire il pericolo rappresentato dall’introduzione di focolai di PSA (peste suina africana) che come noto sta diffondendosi nell’Est Europa”.
“Nel periodo di quarantena legata al Coronavirus – conclude Coldiretti – sono aumentate le segnalazioni di intere famiglie di cinghiali intenti a devastare non solo le campagne, colline e aree sensibili dal punto di vista idrogeologico. Avvistamenti significati anche nei centri urbani. Il traffico ridotto non inciderà sul dato degli incidenti denunciati in Veneto: ogni anno sono centinaia i cittadini che denunciano sinistri con rimborsi che superano i cento mila euro l’anno”.