Coldiretti Toscana aveva aperto il confronto su questi temi sin dal primo incontro con l’Assessore regionale all’Agroalimentare Saccardi ed se ne raccolgono i frutti con gli impegni mantenuti grazie alla firma dell’Ordinanza. “Chiederemo all’Assessore Saccardi un immediato confronto con le Polizie Provinciali e il Coordinamento Regionale degli ATC – precisa Filippi – con la volontà di dare la massima collaborazione per lo snellimento delle procedure autorizzative, utili a rendere efficace quanto previsto dall’Ordinanza”, aggiungendo che dopo questo primo atto tanto atteso “serve che i contenuti del provvedimento – incalza il presidente Filippi – divengano norma aldilà dell’emergenza Covid, quando si potrà tornare alla normalità”.
Per Coldiretti Toscana è inderogabile, in relazione al contenimento della fauna selvatica ed in particolar modo degli ungulati, che la Regione Toscana intervenga in maniera decisa e decisiva nelle operazioni di contenimento dei cinghiali. “Per effetto del Covid, con le limitazioni alla movimentazione in città e nelle aree rurali – aggiunge il presidente Filippi – si è registrata nelle campagne una proliferazione degli ungulati che scorrazzano liberamente, con un aumento esponenziale dei danni alle produzione agricole”. L’agricoltura in Toscana non si è mai fermata, garantendo l’approvvigionamento alla famiglie toscane grazie al lavoro di oltre 40mila aziende agricole e stalle, di 2mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività.
“In attesa di uscire dall’emergenza Covid, si deve passare senza indugi dalle parole ai fatti – incalza il presidente Filippi – con la delibera di Giunta completa del passaggio fondamentale che autorizza gli agricoltori ad intervenire direttamente sui propri fondi per difendersi dai cinghiali e dai selvatici. Il patrimonio agroalimentare e zootecnico conservato nel tempo dalle oltre 40mila imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari, un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole”, conclude Filippi.
Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone – aggiunge Coldiretti Toscana – con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati – rileva Coldiretti Toscana – e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare. La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità – conclude Coldiretti Toscana – in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale.