Coldiretti Lazio sul piede di guerra per i danni causati dai cinghiali, Protesta Critiche soprattutto nei riguardi della Provincia che aveva promesso interventi sul fenomeno che mette a rischio l’agricoltura.
Alessandra Pasqualotto Se mancano le risposte, la battaglia inizia a colpi di cinghiale. Non cercano più le parole ma gli impegni concreti i rappresentanti del mondo agricolo, riuniti sotto la bandiera della Coldiretti provinciale che sono alla “resa dei conti” con la Provincia, mancando ancora, ad oggi, i risarcimenti per i danni provocati dai cinghiali.
Annuncia una manifestazione con tanto di “bestioni suini” al seguito la federazione agricola locale e intanto come primo passo, che segna l’avvio formale del malumore, fa scattare lo stato di agitazione. Una posizione confermata ieri dai vertici di casa Coldiretti che, in assenza di prese di posizione, potrebbe portare proprio a un assalto di uomini e selvatici nella piazza del Comune. Ma alla base della polemica, oltre ai mancati arretrati per i danni della fauna selvatica, ci sono anche i mancati interventi sul regolamento del Parco Monti della Laga. «La misura è colma – tuona Aldo Mattia, direttore Coldiretti di Rieti e Lazio, insieme al presidente Enzo Nesta – non possiamo più aspettare, va rivisto il regolamento del Parco relativo ai problemi agricoli e alla fauna selvatica e devono arrivare, in tempi rapidi, gli indennizzi dal 2006 in poi». «Per questa ragione chiediamo pubblicamente un incontro con Marcello Maranella, direttore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e con Oreste Pastorelli, assessore all’Agricoltura della Provincia, con i quali intendiamo valutare eventuali provvedimenti da adottare per porre rimedio a tale situazione. Purtroppo a tante assicurazioni non sono ancora seguiti i fatti. Non è più accettabile che, ai problemi economici e finanziari, si affianchi una grande difficoltà a portare a termine colture o allevamenti. I cinghiali, ed anche i lupi dei paesi montani, stanno devastando colture e bestiame, senza l’erogazione degli indennizzi, solamente promessi, ed una politica seria di contenimento delle presenze, diventa difficile sostenere il comparto».
Fonte: Il Tempo