Misure cautelari
Attuare le norme di biosicurezza, verificare la presenza della fauna selvatica anche in termini numerici, incrementare il dialogo fra istituzioni e mondo agricolo e bloccare del tutto la mobilità venatoria da altre province, in particolare dalle zone di restrizione fissate per arginare la Peste suina africana. Una misura cautelare richiesta all’unanimità da agricoltori, allevatori, rappresentanti delle istituzioni e della caccia, per evitare che la libera circolazione dei cacciatori in più Ambiti territoriali di caccia (Atc), magari provenienti da diverse province, possa favorire la diffusione della Psa.
La riunione a più parti
Sono queste le linee emerse nella sede di Coldiretti Mantova, nel corso di una riunione fra il sistema agricolo rappresentato dal presidente della Federazione provinciale di Coldiretti Fabio Mantovani, dal direttore Erminia Comencini, dal consigliere di Coldiretti Mantova Paolo Ronca e dal presidente di Anas, Thomas Ronconi (questi ultimi entrambi suinicoltori) e i presidenti e collaboratori degli Atc, i rappresentanti delle associazioni venatorie, dei dirigenti e funzionari di Regione Lombardia e Provincia di Mantova. La parola d’ordine sembra essere “tolleranza zero” da parte delle istituzioni nei confronti dei cacciatori che non rispettano le norme di biosicurezza e si avvicinano troppo agli allevamenti, con il rischio di favorire il contagio della Peste suina africana (Psa), caratterizzata da un’elevata patogenicità e resistenza del virus.
La presenza negli ATC
Istituzioni, cacciatori e agricoltori sembrano concordare sulla necessità di imporre un blocco totale della mobilità venatoria, così da evitare un rischioso pendolarismo della caccia, magari proprio da zone già colpite dalla Psa. A fronte di circa 3.500 cacciatori mantovani, infatti, la presenza nei sei Atc della provincia è stata calcolata in circa 5.500 doppiette, con 2.000 cacciatori forestieri. Divieto assoluto di spostamento, in particolare, per le aree sottoposte a vincoli di restrizione per la presenza o la rilevazione di Peste suina africana.
I numeri della suinicoltura
“Coldiretti Mantova esprime le proprie preoccupazioni, alla luce dei numeri della suinicoltura provinciale, con oltre 1 milione di animali allevati e la vicinanza di altre province che vantano una popolazione suina significativa come Brescia e Cremona – ha affermato il presidente, Fabio Mantovani -. Purtroppo il fenomeno della fauna selvatica negli anni è sfuggito di mano, complice una mancata volontà di monitorare e limitare la presenza, con la conseguenza che l’agricoltura ha sofferto ingenti danni, risarciti finora in modo limitato e insufficiente. Oggi siamo di fronte all’emergenza della Peste suina africana e il livello di allerta deve essere massimo, col rispetto di norme e comportamenti improntati alla biosicurezza tanto da parte degli attori coinvolti quanto dalla popolazione che usufruisce della campagna come bene pubblico”. Grazie all’impegno delle guardie venatorie e alla possibilità concessa di cacciare i cinghiali, dal 2022 sono state eseguite 110 operazioni di ricerca tracce, 90 operazioni di controllo con armi e abbattuti 54 ungulati (fonte: Coldiretti Mantova).