Il caso ligure
“Considerata la situazione di estrema emergenza per i danni e gli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – le proposte di abolizione della caccia avanzate per contingenti e strumentali interessi politici sono del tutto fuori luogo. Esse, infatti, vanno contro la realtà dei fatti e danneggiano il Paese, la salvaguardia dei cittadini e l’economia agricola, già messa a dura prova dal caro prezzi, dalla siccità, dai bruschi episodi di maltempo e dalla situazione contingente”. Ridurre numericamente la specie cinghiale, dunque, significa rallentare la diffusione della PSA in quelle zone dove maggiore è la presenza di filiere agroindustriali legate agli allevamenti di maiali, che garantiscono reddito, occupazione e indotto all’Italia. Ma non solo: anche nelle campagne e nell’entroterra della nostra Liguria, già largamente vessata da questo tipo di problematiche legate alla proliferazione esponenziale degli ungulati e ai conseguenti danni che il loro passaggio causa ai nostri lavoratori agricoli.
La stagione venatoria in Liguria
Non va dimenticato che, durante la prossima stagione di caccia, nelle zone liguri non soggette alle restrizioni per la peste suina, il PRIU – approvato dalla giunta della Regione Liguria e inviato all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e al Centro di referenza nazionale pesti suine (Cerep) per i pareri di competenza – prevede la possibilità di abbattere fino a 35.451 cinghiali. Una cifra pari al 180% di quanto fatto nell’ultimo anno. “Un provvedimento importante – continuano Boeri e Rivarossa – per l’agricoltura e l’allevamento liguri e per tutti gli imprenditori che, ormai da troppo tempo, vedono il proprio lavoro distrutto dagli ungulati. Lavoro messo in pericolo sia per i danni materiali a campi e strutture che, nel corso dell’ultimo anno, per la peste suina, che ha costretto molti anche ad abbattere animali sani”.
La necessità di un depopolamento importante
La crescita del contingente cacciabile risponde a precise indicazioni dei Ministeri della Salute e delle Politiche agricole per il contenimento della peste suina africana. Indicazioni che, a loro volta, comporterebbero la riduzione dell’80% della popolazione dei cinghiali tra caccia e prelievi di controllo. Un obiettivo, quello fissato per il 2022/2023, piuttosto ambizioso e indirizzato essenzialmente al depopolamento delle aree indenni della Liguria attraverso azioni sia di caccia che di controllo faunistico. Come Coldiretti Liguria ci auguriamo che questi cui numeri vengano rispettati, contrariamente a quanto avvenuto, invece, in passato.