“I cittadini a Roma sono ostaggio dei cinghiali. La situazione che denunciamo da anni è inaccettabile e ormai fuori controllo”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, riguardo all’aggressione subita da una donna a Roma da parte di un branco di otto cinghiali, tra cui sei cuccioli. Questa volta è accaduto alla Balduina, a Roma Nord, in via Anneo Lucano, dove una residente è stata attaccata alla testa da un grande esemplare di ungulato, mentre andava a buttare la spazzatura. A salvarla è stato il suo cane e un automobilista che fortunatamente si trovava lì in quel momento e li ha caricati in macchina.
“Questo non è ammissibile in una Capitale – prosegue Granieri – i cinghiali rappresentano ormai un serio pericolo per i cittadini e anche per in nostri agricoltori, che a causa della loro proliferazione sono costretti a subire costanti invasioni nei campi che distruggono i loro raccolti”. Nel Lazio i danni causati dai cinghiali stimati dalla federazione regionale di Coldiretti, sono passati dai 3,5 milioni di media degli anni precedenti, ai 10 milioni solo nel periodo pandemico, nel corso del quale si è assistito ad una proliferazione senza precedenti. Di questi due milioni i danni calcolati solo a Roma e provincia in un anno.
Nella Capitale e nella provincia si calcola la presenza di oltre 20 mila cinghiali. Un numero destinato a crescere, che nel Lazio supera oltre 100 mila. In alcuni casi sono gli agricoltori si sono visti danneggiare fino all’80 per cento del raccolto. “Questa situazione ha costretto molte aziende agricole ad abbandonare coltivazioni che portavano avanti da generazione – continua Granieri – per convertire il terreno ad altre colture, abbandonando ad esempio il mais, che è una delle colture più colpite e tra le preferite dei cinghiali. Una coltivazione, quella del mais, fondamentale soprattutto ora a causa delle ripercussioni del conflitto in Ucraina che ne hanno visto lievitare i costi. Non possiamo permetterci queste perdite”.
Il numero delle aggressioni da parte dei cinghiali continua a crescere a Roma e provincia. Era già accaduto a Labaro, dove un ragazzo era rimasto chiuso per alcuni minuti nell’area cani, circondato da un branco di venti cinghiali. E poi in un supermercato a Formello, dove gli ungulati avevano rotto le buste della spesa ad una donna nel parcheggio di un supermercato. Stessa situazione sempre a Roma nord in zona viale Cortina d’Ampezzo, dove nei mesi scorsi un cinghiale ha caricato un giovane residente, che è stato inseguito per oltre 100 metri. Le cose non cambiano nella zona dei Castelli Romani.
Al lago di Albano era stato aggredito e morso da un cinghiale anche un bambino di 11 anni, costretto a ricorrere alle cure mediche. “C’è una totale inerzia da parte di Roma Natura e del suo presidente, Maurizio Gubbiotti, che è evidente nella loro gestione delle aree protette a causa delle proliferazione dei cinghiali. I residenti non si sentono al sicuro al loro interno”, prosegue Granieri nel sottolineare che “in tempi in cui il Paese sta puntando alla sovranità alimentare, non possiamo mettere a rischio questo percorso per la mancata gestione di un problema che esiste ed è sotto gli occhi di tutti”. Numerosi poi i rischi per la viabilità. Secondo un’analisi di Coldiretti su dati Asaps si verifica un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti.
E’ il tragico bilancio nell’anno dell’emergenza Covid dell’invasione di cinghiali e animali selvatici, che non si fermano più davanti a nulla, abbattendo recinzioni, guadando fiumi e attraversando strade e autostrade mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle persone. Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. Coldiretti Lazio lo scorso luglio era scesa in piazza con lo slogan #bastacinghiali per manifestare davanti alla sede della Regione Lazio. Una mobilitazione nazionale che ha visto la partecipazione di agricoltori, cittadini e istituzione da tutta Italia a Montecitorio.