Tante criticità da gestire
L’annoso problema degli ungulati continua ad agitare, semmai in forma crescente, agricoltori e cittadinanza astigiani, alla luce della rinnovata emergenza derivante dalla proliferazione incontrollata dei cinghiali. A mettere nero su bianco l’umor degli agricoltori, ma anche le possibili soluzioni, è la Coldiretti provinciale di Asti, attraverso una missiva indirizzata al Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero e al Prefetto Claudio Ventrice, e per conoscenza all’assessore regionale alla peste suina Paolo Bongioanni, all’assessore regionale alla sicurezza sanitaria Federico Riboldi e ai sindaci interessanti nell’area CEV (Controllo Espansione Virale). Queste le principali criticità evidenziate: danni ingenti alle coltivazioni e il concreto rischio di compromettere le semine primaverili; aumento degli incidenti stradali, con inconfutabile pericolosità per la sicurezza pubblica; rischio di revoca da parte dell’Asl della cella di stoccaggio di San Marzanotto per i capi abbattuti, a causa della mancata operatività causata dalle restrizioni sugli abbattimenti.
Risultati insoddisfacenti
“Le restrizioni imposte nell’area di abbattimento hanno di fatto impedito interventi di contenimento adeguati” spiega la presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “In particolare, dopo l’iniziale e totale blocco di circa tre mesi, gli unici abbattimenti attualmente consentiti sono quelli effettuati dagli OFS (Operatori Faunistici Specializzati) autorizzati e residenti nei Comuni della zona di restrizione, il cui risultato è oggettivamente insufficiente per fronteggiare l’aumento esponenziale della popolazione di cinghiali”.
Interventi di contenimento
Queste, le proposte riassunte dal direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso, rispetto alle quali, da parte di Provincia e Prefettura, c’è stata pronta apertura sul tavolo di lavoro: estensione della possibilità di intervento a tutti gli OFS abilitati e autorizzati, affinchè possano operare a supporto delle aziende agricole nella gestione degli ungulati in questione; autorizzazione agli interventi di contenimento, anche, nei territori del parco naturale rientranti nell’Area CEV, superando così l’attuale divieto imposto dal competente ente di gestione; apertura immediata di un tavolo di lavoro provinciale per definire, una volta per tutte, soluzioni efficaci, strutturate e rapportate all’emergenza (fonte: Coldiretti Asti).