Origini
La storia del cocker inglese comincia da non più di un secolo, l’origine degli spaniels invece si deve ricercare molto indietro nel tempo, tanto da risalire al Canis Familiaris intermedius per arrivare al Chien d’Oysel, di cui vi è traccia in quasi tutto il continente europeo. Il cocker è discendente diretto degli spaniels, derivati a sua volta da cani epagneuls probabilmente importati in Gran Bretagna molti secoli fa e ivi selezionati e specializzati in particolari cacce.
Il setter inglese, ad esempio, è un epagneul selezionato per la caccia ove si richiede la ferma, ma è parente stretto del cocker, così come parenti sono i piccoli spaniels selezionati per la compagnia.
Tracciare qui un ampio quadro, menzionando tutte le varie ipotesi, poiché nulla vi è di certo, e segnalare tutti coloro i quali di epagneuls si sono interessati negli ultimi secoli, richiederebbe molte pagine, sarà bene perciò saltare a pie’ pari alcuni secoli per portarci al 1870-80 decennio in cui si può avere notizie più precise, ma che ancora non ci mostrano l’attuale cocker. Si sa che esisteva in quel tempo in Gran Bretagna una notevole eterogeneità di tipi tutti usati per la caccia, detti Land’s Spaniels, infatti ogni allevatore curava e selezionava per la sua particolare esigenza e ne conseguiva pertanto una notevole varietà di tipi, che tuttavia avevano in comune una spiccata attitudine alla caccia.
La nascita del cocker odierno, nascita come razza ovviamente, pare si debba ad un progenitore di nome Obo, di colore nero, originario del Galles o del Devonschire, il cui proprietario Mr. Farraw accoppiandolo con molta oculatezza ottenne il prototipo del cocker odierno. Si creò così un tipo, che altri allevatori come C.A. Philipps, A. Lloyd, T. Harrington, de Courcy, Mr. Fytche, J.E. Sothern, W.S. Hunt ed altri ancora, riuscirono a fissare definitivamente, tuttavia il tipo non era ancora quello che oggi noi conosciamo.
Principali caratteristiche
È chiaro che l’evoluzione naturale e l’accurata selezione, nell’arco di un secolo ha notevolmente modificato la struttura morfologica, ma va rilevato che il «cambiamento» della razza ha seguito un preciso grafico costante, tanto da non farci quasi percepire la evoluzione avvenuta, con lievi graduali modificazioni. Oggi infatti in tutto il mondo il tipo del cocker è pressoché unificato. Lo standard che gli inglesi hanno tracciato, anche se incompleto e lacunoso come tutti gli standard inglesi, ha permesso agli allevatori di seguire una costante che ovunque ha dato ottimi risultati.
In Italia, in modo particolare negli ultimi 40/50 anni, si è saputo così bene interpretare questo standard da poter, in alcuni casi, anticipare il paese d’origine nelle lievi modifiche che negli ultimi anni gli inglesi hanno portato al loro stesso standard.
Misurando molti soggetti campioni, quasi tutti di allevamento italiano, si è potuto rilevare una uniformità di misure per poter redarre un commento allo standard che una volta divulgato potrà dare maggior chiarezza di idee a coloro che non hanno troppa dimestichezza «nell’intuire» le idee inglesi. Da queste misure è stato facile stabilire che ad esempio: la testa ideale del Cocker deve avere una lunghezza (dalla punta del tartufo alla cresta occipitale) almeno pari alla metà della altezza al garrese, che la direzione degli assi superiori cranio-facciali devono essere fra di loro divergenti, che pur avendo l’altezza da terra al gomito uguale all’altezza dal gomito al garrese il tronco del cocker deve stare in un rettangolo, infatti l’ottimo è quando la lunghezza dal garrese alla radice della coda è uguale all’altezza al garrese.
Anche in Italia qualche tempo fa succedeva spesso che alcuni allevatori, cercando di esaltare le qualità di eleganza dei propri soggetti, giungessero a delle esagerazioni, tanto da sfiorare l’ipertipo, ma poi si è saputo prevedere e colpire questi “super pregi”, che finivano per essere difetti. Per esempio. Si era giunti a soggetti con collo troppo lungo, molto eleganti, certo, ma non rispondente alla funzione del Cocker che, non dimentichiamolo, è cane essenzialmente da caccia, con ben precisi compiti e caratteristiche. Un collo lungo avrebbe fatalmente influito sul baricentro e si sarebbe dovuto aumentare la velocità, travisando così la sua originaria natura, inoltre il cane con un collo troppo lungo (di conseguenza poco forte), avrebbe avuto maggior difficoltà nel riporto, ad esempio, di una lepre. Il collo del Cocker dovrebbe essere di lunghezza pari ai 4 decimi dell’altezza al garrese. Gli inglesi, dopo di noi, non so se per le stesse ragioni, hanno modificato lo standard ufficiale, chiarendo bene che il collo del cocker deve essere «moderatamente» lungo.
Impiego pratico
Peccato che questa razza sia così bella, infatti credo che il difetto più grande del cocker spaniel inglese sia proprio la sua bellezza e la sua simpatia.
Troppo spesso si è scelto un cocker per compagnia, troppo spesso si è volutamente ignorata la sua passione, troppo spesso si è mortificata la sua «voglia» di caccia. E veramente triste vedere un cocker reso idiota, grasso, indolente, da persone che male interpretando l’amore per questo cane, lo usano solo per vezzeggiarlo, per giocarvi come se fosse un pupazzo di stracci. Nelle prove, il cocker deve battere il terreno a disposizione, con coraggio, determinazione, e speditezza, qualsiasi sia la vegetazione, deve «pistare», ossia deve seguire la invisibile traccia del selvatico che si è sottratto di pedina, tutto questo a tiro di fucile, far levare il selvatico «caricandolo», e arrestandosi nel momento in cui egli è al massimo dell’eccitazione, dovrebbe infatti sedersi o bloccarsi non appena si invola il fagiano o schizza la lepre.
Ucciso il selvatico il cane deve riportare da qualsiasi terreno e in qualsiasi condizione, recuperare, se il selvatico è caduto ferito, ma solo a comando. Ossia, dopo essersi arrestato al levarsi della selvaggina, a comando del conduttore deve partire per il recupero. Non è cosa facile ma il cocker lo fa (quasi sempre).
Il cocker è un cane da caccia eccellente, con questo cane si possono praticare tutte le forme di caccia, dall’allodola alla posta ai tordi, all’attesa alle anatre, anche se naturalmente è molto più idoneo per la caccia al fagiano o alle beccacce, non solo come resa, quale ausiliario, ma in grado di accontentare anche il cacciatore più sofisticato ed esigente. Chi pratica la caccia nei terreni boscosi, dovrebbe, per essere perfettamente in regola con la etica venatoria, cacciare solo con uno spaniels.