CACCIA: Presentate a Lecco le due ricerche “Gli Italiani e la Caccia” e “I Cacciatori Italiani e la Caccia” da parte del sociologo E. Finzi, Presidente di AstraRicerche.
In Lombardia il 57 per cento dei residenti si dichiara a favore dell’attività venatoria. E i cacciatori lombardi sono legati alle tradizioni ma attenti alle decisioni della politica. Amanti della compagnia e impegnati nel sociale. Fruitori attenti e consapevoli dell’ambiente, costituiscono un volano economico che crea occupazione.
Questo il ritratto che emerge dalle due indagini di AstraRicerche, che i committenti CNCN e FACE ITALIA hanno messo gentilmente a disposizione della FIOCCHI MUNIZIONI.
Lunedì, 16 maggio 2011 – sono state presentate oggi a Lecco, presso la sede di Confindustria e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Lecco, le ricerche “Gli Italiani e la Caccia” e “I Cacciatori italiani e la Caccia”, commissionate ad AstraRicerche dal Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN) e dalle Associazioni Venatorie che fanno riferimento a FACE Italia (Federcaccia, Liberacaccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia).
A illustrare i risultati dell’indagine sociologica è stato il professor Enrico Finzi il quale ha analizzato il rapporto fra gli italiani e la caccia, mettendo in luce che la maggioranza di essi non è contraria all’attività venatoria regolamentata, normata e sostenibile: infatti il 57 per cento del consenso pro caccia dei lombardi è il risultato principale e conclusivo della ricerca, ottenuto elaborando tutte le informazioni raccolte in questa vasta indagine che ha coinvolto più di 2200 intervistati, il più ampio campione mai coinvolto in ricerche su questo settore.
Inoltre il sociologo Finzi ha rivolto la sua attenzione su come i cacciatori vivono la loro passione, dimostrando che gli stessi sono cittadini che vivono in modo profondo il loro amore per la caccia (il 92% degli intervistati parla proprio di amore), ma soprattutto verso la natura di cui sono fruitori attenti e consapevoli dedicandosi ad attività all’aria aperta in generale mettendo fra le loro priorità (72%) quelle di una caccia responsabile, e ponendo il bracconaggio al primo posto (83%) fra i fenomeni che danneggiano la caccia e i cacciatori. La ricerca infine ha evidenziato il peso politico dei cacciatori, sia a livello locale che nazionale, con il dato del 37% che dichiara di mutare le proprie scelte elettorali in base alle posizioni dei diversi schieramenti in merito alla caccia.
Marzio Maccacaro – direttore commerciale di Fiocchi Munizioni – spiega il significato dell’iniziativa: “Ringrazio innanzitutto vivamente il CNCN e le Associazioni Venatorie riunite in FACE Italia, per aver cortesemente messo a disposizione della Fiocchi le due indagini da loro commissionate ad AstraRicerche .
Il professor Finzi ha ben evidenziato che se i risultati della prima ricerca ci permettono di capire che più la gente conosce la caccia e più l’apprezza (a favore dell’attività venatoria regolamentata è ben il 57% dei lombardi), con la seconda ha messo a fuoco l’identikit del cacciatore, le sue passioni, i suoi comportamenti, le sue preferenze”.
Tra i risultati illustrati particolare attenzione va data anche il dato politico: “I cacciatori non hanno ancora individuato tra i politici qualcuno che si prenda a cuore la questione della caccia. Chi saprà ascoltarli e farsi portavoce delle loro istanze – conclude Maccacaro – potrà assicurarsi una fascia di elettorato di non poco conto”.
Le due ricerche, per l’elevato fondamento scientifico, consentono all’universo della caccia di controbattere agli attacchi portati avanti dalle associazioni ambientaliste e animaliste, spesso sulla base di dati superficiali e petizioni non verificabili per quanto riguarda l’autenticità delle firme.
“Andando tra la gente – hanno dichiarato i promotori dell’indagine CNCN e FACE Italia – e facendosi vedere e conoscere anche attraverso le più ampie e approfondite ricerche sociologiche in materia mai condotte, i cacciatori italiani puntano a contrastare l’immagine distorta che finora, per comodità o per precisa volontà, ha sempre trovato più spazio nell’immaginario collettivo. Alla base di questo studio c’è l’impegno del mondo venatorio di comprendere meglio i sentimenti e le opinioni degli italiani e dei cacciatori rispetto a un tema caldo ed emotivamente coinvolgente, che troppo spesso non lascia spazio a un confronto sereno, basato su argomentazioni scientifiche”.
“Appare chiarissimo che – ha sottolineato infine il sociologo Enrico Finzi – qualora la pubblica opinione fosse resa largamente edotta del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia’, il favore per l’attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile, crescerebbe in misura consistente. Se il mondo venatorio saprà conquistare consensi all’idea e alla pratica della caccia sostenibile, esso potrà godere di un sostegno maggioritario e sempre più esteso all’interno della popolazione”