CNCN: al convegno sulle munizioni al piombo e relative problematiche svoltosi a Bologna, esclusi rischi per la salute dell’uomo.
Questa è stata sicuramente la conclusione della relazione, presentata dal dott. Mario Ge Segretario Generale AFEMS (Associazione europea dei produttori di armi e munizioni sportive), la più originale dell’appuntamento bolognese, dalla quale è nato un dibattito dalle molteplici implicazioni. L’incontro era stato aperto dai saluti dell’avv. Giovanni Ghini, presidente del CNCN, e dal saluto del Consigliere Regionale Tiziano Alessandrini in sostituzione dell’assessore Tiberio Rabboni assente per impegni istituzionali. La dott.ssa Maria Luisa Bargossi, Responsabile Servizio Territorio Rurale e attività faunistico-venatorie della Regione Emilia Romagna, ha fatto da moderatrice del convegno, introducendo poi le relazioni dei professori Angelo Moretto (Università degli studi di Milano) e Piermannuccio Mannucci (Direttore Scientifico, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico Milano) dal titolo “Piombo nella carne di cacciagione e implicazioni per la salute dell’uomo”.
Il dott. Silvano Toso ha presentato le iniziative dell’ISPRA in merito alla problematica del piombo nelle munizioni da caccia, come sopra accennato, mentre “Il Piombo: quale la reale dimensione del problema per l’uomo?” è il titolo dell’intervento del medico-cacciatore il prof. Giorgio Bandiani, Consigliere Delegato URCA già Primario Divisione di Nefrologia e Dialisi Ospedale Civile di La Spezia. Infine il dott. Heinrich Aukenthaler, Direttore dell’Associazione Cacciatori Alto Adige – Sez. Provinciale FIdC Bolzano, ha parlato degli “Aspetti igienico sanitari del trattamento della spoglia: dal recupero del capo nel rispetto delle altre specie alla preparazione delle carni per il consumo umano”.
Al termine dei lavori, seguiti con molto interesse dal folto pubblico in sala e da quello di gran lunga maggiore che ha approfittato del collegamento streaming dal sito della Regione Emilia Romagna, non sono mancati alcuni contributi al dibattito da parte dei presenti. Ad aprire il giro di interventi, in rappresentanza dell’Arcicaccia, Silvia Pagliarini, giovane e preparata studentessa di veterinaria a Camerino, che ha riassunto il personale confronto svolto su numerosi studi di primari Istituti ed Enti americani ed Europei ribadendo come la mancanza di conclusioni condivise ed univoche debba portare ad un ulteriore approfondimento della questione. Sulla salubrità delle carni portate sulle nostre tavole – ha poi sottolineato – il ruolo del cacciatore assume un ruolo fondamentale.
L’avv. Giovanni Bana, Vice Presidente FACE Europa ha posto l’accento sull’importanza di una comunicazione corretta sul tema piombo, che non parta da posizioni preconcette ma si svolga su basi scientifiche. Presente anche Antonio Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente, che ha espresso la sua soddisfazione per le interessanti e stimolanti relazioni proposte, dicendosi disponibile ad affrontare insieme l’argomento piombo. Fra gli interventi anche quello del dott. Alessandro Andreotti dell’Ispra, che pur ribadendo la posizione dell’Istituto in merito ai rischi legati al piombo si è detto disponibile ad ulteriori approfondimenti.
Infine, il presidente nazionale FIdC Gian Luca Dall’Olio ricordando a sua volta come su questo tema siano necessarie ulteriori verifiche attraverso la scienza, ha sottolineato come prima di discutere su “piombo sì, piombo no”, sia utile e necessario far comprendere e trasmettere, e in questo il ruolo delle AAVV e l’assunzione di responsabilità dei cacciatori è fondamentale, come trattare correttamente le spoglie dei selvatici abbattuti, così da limitare o addirittura azzerare qualsiasi eventuale rischio per l’uomo o per gli altri selvatici, anche partendo da un aspetto spesso trascurato, specie in alcune forme di prelievo, che è il recupero dei capi feriti.
Abbiamo lavorato molto per portare a questo convegno degli spunti di riflessione importanti – ha commentato il presidente del CNCN, avv. Giovanni B. Ghini -, e crediamo di esserci riusciti. Gli studi dei due ricercatori svedesi così come quelli dei professori Moretto e Mannucci evidenziano chiaramente come abbia scarse basi scientifiche la posizione, tenuta anche dall’ISPRA, di chi individua nel piombo delle munizioni da caccia enormi rischi per la salute umana. Inoltre è opportuno evitare in futuro qualsiasi posizione preconcetta anche nella comunicazione e nell’uso del linguaggio: ad esempio parlare di munizioni “no toxic” genera automaticamente l’idea, sbagliata, che il munizionamento tradizionale sia tossico. Crediamo fortemente che sia bene tenere presente tutto quanto emerso dagli studi seriamente effettuati sull’argomento, collaborando in modo costruttivo per arrivare a conclusioni condivise da tutto il mondo scientifico. Se si procederà in questo modo – ha concluso Ghini – molto probabilmente avremo decisioni meno radicali a livello centrale e, di conseguenza, più serenità da parte delle istituzioni locali nel componimento dei calendari venatori regionali”.
6 luglio 2013
Federcaccia