L’impatto sugli ecosistemi umidi
Riportiamo le parole dell’europarlamentare Anna Cisint nella propria nota trasmessa da Bruxelles: “Con un’interrogazione mirata, cofirmata dal collega Aldo Patriciello, l’europarlamentare friulana Anna Maria Cisint ha chiesto alla Commissione europea quali azioni legislative e in che tempi intenda intraprendere per risolvere il problema del cormorano (Phalacrocorax carbo), uccello ittiofago in continuo aumento, che ormai da tempo sta creando problemi alla pesca e alla biodiversità. “L’impatto del cormorano sulle popolazioni ittiche e sugli ecosistemi umidi è gravemente peggiorato: in Italia la specie è in continuo aumento e ha iniziato ad espandersi a quote altimetriche elevate lungo corsi d’acqua e laghi alpini”.
Deroghe inapplicate
“Nelle lagune italiane produrre pesce biologico in maniera estensiva è diventato ormai antieconomico. A farne le spese inoltre, specie ittiche di elevata valenza ambientale come il temolo e l’anguilla. Le deroghe per il prelievo straordinario restano inapplicate o applicate in modo disomogeneo e comunque insufficiente e le lungaggini burocratiche così come le battaglie ideologiche di alcune categorie a discapito della biodiversità, peggiorano il quadro.
La normativa da modificare
“Nel frattempo, il danno ecologico aumenta costantemente. Ho chiesto quindi la possibilità di intervenire direttamente sugli allegati della Direttiva Uccelli al fine di rendere cacciabile la specie in tutti i paesi membri. Ricordo che per il lupo il Consiglio europeo ha dato il via libera alla modifica del regime di tutela, in maniera analoga si potrebbe agire anche per l’avifauna in costante aumento, come appunto il cormorano. Sottolineo che senza azioni legislative celeri e concrete a rimetterci é la stessa biodiversità, che tanto si vuole preservare, nonché una parte importantissima del comparto della pesca, l’acquacoltura estensiva” (Fonte segreteria On. Cisint).