Le 8 di mattina saranno ugualmente l’orario di inizio della gara di domenica 14, cioè quella che vedrà come protagoniste tutte le razze da ferma. Come precisato dal Circolo, è necessario che i cani abbiano l’intera documentazione in regola. La selvaggina valida, e non potrebbe essere altrimenti, è soltanto la beccaccia, di conseguenza il comportamento dei cani in gara in relazione alle altre specie che dovessero essere presenti sarà considerato solamente per giudicare la correttezza dell’animale e il suo grado di addestramento.
Il terreno dell’allevamento cinofilo dell’ATC è stato scelto appositamente perché consente un apprezzamento sostanziale del lavoro delle razze. L’esperienza sul modo più giusto per affrontare il terreno, adeguando il percorso, e sul luogo in cui cercare il selvatico è un requisito fondamentale (se non il più importante) del lavoro del cane da beccacce. Le prestazioni che vengono richieste sono solitamente quelle prescritte per le prove di caccia, per la precisione nel testo degli articoli 44 e 45.
Gli ambienti tipici delle gare che coinvolgono le beccacce e la selvaggina particolare fanno sì che il giudice tenga nel massimo conto le speciali attitudini e l’esperienza del cane. Il giudizio, inoltre, si basa su punteggi e qualifiche ben precise. La qualifica più alta è “Eccellente”, seguita da “Molto Buono”, “Buono”, “Sufficiente”, “Scarso” e “Insufficiente”. “Molto Buono” è anche la qualifica minima per l’assegnazione del primo posto in ogni tipo di prova o gara.
Tra l’altro, in relazione alle diverse valutazioni il giudizio non può non tenere conto delle maggiori o minori difficoltà che potrebbe incontrare il cane, come ad esempio quelle di tipo climatico e ambientale (assenza di vento, pioggia, temperature eccessivamente calde, selvaggina giudicata come “difficile”, terreni che non sono idonei o specchi d’acqua non sufficienti), come anche quelle che sono dovute a errori chiaramente imputabili al solo conduttore.