Per questo i sindaci della zona hanno scritto una lettera alla Provincia, per chiedere d’intervenire. Il risultato è che dal 20 agosto partiranno una serie di battute di caccia, sistematiche e ben organizzate, per abbattere un buon numero di capi e provare a contenerne la diffusione.
«Sono diventate tantissime le persone che vengono nei Comuni per segnalare la presenza e i danni – riferisce il sindaco Marzia Romano -: faremo varie battute a sorpresa, contiamo di riuscire a diminuirne la presenza prima che le femmine si riproducano. Speriamo che siano efficaci, altrimenti faremo qualcosa di più forte».
La scorsa primavera è stata da «bollino rosso» nella zona di Braone e Cimbergo, poi le cose si sono calmate per il gran caldo (i cinghiali non amano circolare con temperature elevate). Ma sono nel frattempo fioccate decine di richieste di risarcimento. Gli animali sono arrivati a un centinaio di metri da Braone, in linea d’aria a cinquanta metri dalle prime case, anche se non ci sono mai stati episodi negativi con le persone. «Stanno distruggendo il nostro territorio – dichiara il primo cittadino di Braone Gabriele Prandini -: le località Scalassone e Piazze sono come campi di patate. E pare che nessuno voglia davvero risolvere il problema».
Di GDB