Cinghiali: Regione e Agricoltori studiano nuovi piani per porre fine ai continui danni che i cinghiali stanno arrecando alle colture locali.
“Sul Carso Triestino e anche Goriziano è piena emergenza cinghiali. La Regione è l’unica chiamata a metter mano a regolamenti e legge sulla caccia affinché si ponga fine ad un vero e proprio stato d’assedio. I dati sono chiari e allarmanti”. La denuncia arriva dal consigliere regionale della Slovenska skupnost, Igor Gabrovec.
“A fronte di un incremento annuo della popolazione degli ungulati (cinghiali) nell’ordine del 300% e di danni denunciati dagli agricoltori del Carso che in molti casi superano il 50% dei raccolti (orti, patate, vigne, frutteti) la Provincia di Trieste si doveva accontentare per il 2010 con un budget per gli indennizzi di poco più di 20.000 euro, peraltro esaurito già a primavera e quindi prima dell’inizio della vera e propria stagione “distruttiva”.
Come se non bastasse già un mese fa i guardiacaccia provinciali hanno smesso di sparare. Motivo? Gli spari rovinano l’udito, con tanto di certificato dell’Azienda Sanitaria. Rimarrebbero i cacciatori che a loro volta mettono le mani avanti: troppo alto il numero di cinghiali da abbattere, e poi mancano le strutture adatte alla macellazione e commercializzazione della selvaggina. Infatti i guardiacaccia provinciali davano le carcasse in pasto ai rapaci delle riserve naturalistiche…”.
“Gli ungulati sono al sicuro – sottolinea Gabrovec -, non altrettanto gli agricoltori ed i loro raccolti. La Regione ha demandato alle Province l’accertamento e la liquidazione dei danni, che ammontano a dieci volte il budget già esaurito. Tanto è vero che gli uffici provinciali non provvedono più nemmeno a fare i sopraluoghi di accertamento, “tanto di soldi non c’è né”.
E gli agricoltori in molti casi accusano il colpo, facendosi carico del danno subito senza nemmeno sporgere denuncia. È una spirale che umilia chi lavora e vive della terra. Non ci sono nemmeno i fondi per recintare le coltivazioni – recinti che, soprattutto nelle aree protette Natura 2000 (sostanzialmente tutto il Carso…), richiederebbero procedure autorizzative simili ad una concessione edilizia. Ci si chiede allora cos’è che aspetta la Provincia a restituire le deleghe alla Regione?”.
Conclude il consigliere regionale: “Gli agricoltori sono esasperati. La selvaggina cresce e si moltiplica, oltre ai cinghiali ci sono anche i cervi ghiotti di piante giovani e germogli. Né guardiacaccia e né cacciatori riescono a ristabilire l’equilibrio faunistico. Il fondo per gli indennizzi è a livelli ridicoli. Non ci sono incentivi degni di questo nome per le recinzioni, peraltro ostacolate da vincoli paesaggistici.
Gli imprenditori agricoli si trovano da soli a sostenere il danno e la beffa. Rimane solo una soluzione che è provocazione: intervenga la Prefettura, distribuendo fucili da caccia alle imprese agricole e le osmizze serviranno prosciutto e salame di cinghiale. Vi sarà, dico io, almeno un minimo diritto all’autodifesa?”.
Fonte: La Bora