E che gli animali catturati e/o abbattuti nel corso delle operazioni di controllo restano a disposizione e a carico di chi ha effettuato l’intervento. Infine, negli ultimi anni, la continua presenza di rifiuti nell’area urbana di Roma è certamente un fattore che ha favorito la presenza della specie, offrendo agli individui le risorse trofiche necessarie per riprodursi con maggiore efficacia”, conclude la nota. “La Regione Lazio risulta inadempiente nella predisposizione di piani di gestione relativamente alla fauna selvatica. Secondo l’Articolo 19 della legge nazionale 157/92, infatti, sono le Regioni a dover provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia”, la controreplica da parte del Campidoglio.
“La presenza massiccia e incontrollata dei cinghiali a Roma è quindi diretta conseguenza della mancata previsione e attuazione, da parte della Regione Lazio, di efficaci piani di gestione – prosegue l’amministrazione capitolina -. Inoltre, la Regione Lazio risulta inadempiente al Protocollo d’Intesa sottoscritto con la città metropolitana di Roma e con Roma Capitale che prevede che sia appunto la stessa Regione a dover predisporre piani di gestione nelle aree ricadenti nel territorio di Roma Capitale e a dover individuare strutture regionali in grado di ricevere gli animali vivi, catturati nell’ambito delle attività di controllo numerico”.
Egregio sindaca Raggi;Mi scusi se mi permetto se il suo partito M5S,con gli animaliti da salotto NON si mettevano di traverso ogni qual volta che i cacciatori proponevano l’abbattimento dei cinghiali urbanizzati,forse le cose sarebbero andate diversamente!!!
cordialmente