Coldiretti Marche, contro cinghiali patente di caccia a punti e più poteri alla Regione
Patente di caccia a punti con divieto per le squadre di cinghialai di occupare la stessa zona per più di una stagione e di cacciare nelle zone dove la presenza dei cinghiali non è significativa; possibilità per gli agricoltori provvisti di licenza di cacciare i selvatici sul proprio terreno; commissariamento delle Province da parte della Regione se il controllo degli animali non viene effettuato; estensione agli enti parco delle attività di selezione.
Sono le proposte avanzate dalla Coldiretti Marche nel corso dell’incontro svoltosi ad Ancona e organizzato dalla Regione Marche per discutere il nuovo regolamento per la gestione dei cinghiali.
Un fenomeno che ogni anno causa danni alle coltivazioni per oltre due milioni di euro. All’iniziativa ha preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Petrini.
L’obiettivo della Coldiretti è contribuire a risolvere una volta per tutte il problema degli attacchi degli animali selvatici, la cui presenza oltre i limiti consentiti mette non solo a rischio le coltivazioni ma anche la sicurezza sulle strade e lo stesso ecosistema.
Tra le proposte anche quella di una patente di caccia a punti in modo da responsabilizzare le squadre di cinghialai ed evitare comportamenti scorretti. L’idea prevede la revoca della licenza in caso di infrazioni o di assenza di risultati, ma anche la possibilità di far intervenire squadre da altri territori.
Accanto al discorso sul regolamento di gestione dei cinghiali, Coldiretti ha chiesto che a gestire danni e fondi sia un solo soggetto, mentre attualmente ci sono quattro possibili procedure a seconda che il danno sia stato causato in una zona cacciabile (Atc), in strada (Regione), in un’area protetta (enti parco) o da lupi, orsi e cani randagi (ancora la Regione ma attraverso un altro meccanismo).
Serve poi la costituzione di un fondo regionale aperto per garantire che agli agricoltori sia risarcito l’intero danno e non solo una parte come accade oggi.
Ancora, Coldiretti ha sollecitato una revisione della legge regionale 15/94 sulla gestione delle aree protette, in maniera che i piani di contenimento del numero degli animali selvatici possano riguardare l’intero territorio.
Infine, sono necessari incentivi adeguati per le imprese agricole rivolti al recupero e alla ricostituzione degli habitat naturali.
fonte: https://www.viniesapori.net