L’emergenza cinghiali investe l’Italia e anche l’Abruzzo, dove i branchi spesso trovano rifugio nelle aree protette. Un branco di cinghiali di oltre 30 esemplari viene ripreso e filmato mentre avanza col muso a terra, a grufolare, frugare tra le foglie, in cerca di ghiande tra i campi e vicino alle querce ai piedi di Colle San Cosimo, al confine tra i comuni di Prezza e Pratola Peligna, nell’Aquilano. Sono almeno 6 i piccoli della specie che restano sempre vicini al branco. Alcuni degli esemplari sono enormi, grandi come un’auto, e quando si fissano a guardare incutono timore. L’area in cui sono stati scoperti si trova ai margini della strada provinciale 118, dove è necessario prestare sempre massima attenzione e moderare la velocità per evitare brutte sorprese, come animali allo stato selvatico, di diversa taglia, che attraversano la carreggiata.
Sul problema del sovrappopolamento dei cinghiali alcuni studi evidenziano come la caccia selettiva e metodi simili, adottati da alcuni enti di concerto con gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) non aiutino a risolvere la questione, anzi la peggiorano. “Sui cinghiali bisogna fare un piano di intervento serio”, ha dichiarato Filomena Ricci, delegato regionale del Wwf Abruzzo.
“Per la caccia in braccata anche l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha detto che non è una modalità di caccia che serve a limitare né i danni né il numero di cinghiali”, aggiunge la delegata dell’associazione ambientalista. “Poi fanno la caccia di selezione… C’è un piano complessivo? C’è una valutazione sullo stato e la struttura della popolazione? Praticamente il cinghiale lo cacciano tutto l’anno, ma le popolazioni non vengono contenute o almeno non ci sono studi che lo dimostrino, qualcosa non funziona” (LaPresse).