Si torna a parlare di cinghiali e nella giornata di venerdì 20 settembre l’Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Fabio Rolfi ha risollevato il problema, già lanciato dalla nostra Federcaccia Bergamo sulla necessità di garantire agli operatori faunistici di agire senza problemi per tenere sotto controllo un problema che sta mettendo a dura prova gli agricoltori. L’assessore regionale lombardo ha scritto una lettera al ministro Gian Marco Centinaio per evidenziare il problema legato alla presenza di cinghiali in Lombardia. Federcaccia Bergamo, attraverso le parole del suo Presidente Lorenzo Bertacchi, ha subito detto la sua complimentandosi con l’Assessore per l’interesse alla vicenda.
“Condividiamo l’iniziativa dell’Assessore: da mesi Federcaccia sostiene con chiarezza la necessità di modificare la 157/92, resa ancor più anacronistica dalle sentenze della Corte Costituzionale che hanno affossato i tentativi delle Regioni di salvaguardare agricoltura e habitat dalla proliferazione incontrollata dei cinghiali. Il mondo agricolo continua a chiedere l’intervento dei cacciatori fuori dalla stagione venatoria, ma a fronte dell’incertezza sulla legittimità degli interventi di controllo nemmeno i cacciatori abilitati con appositi corsi al controllo faunistico a sensi della Legge Regionale possono operare: della questione abbiamo investito anche la Procura della Repubblica e il Prefetto di Bergamo al fine di poter garantire agli operatori faunistici di agire senza rischi nello svolgimento di quello che è a tutti gli effetti un servizio per la comunità. Ad oggi tuttavia non è giunta nessuna risposta.
Ci uniamo all’Assessore Rolfi nell’appello al Ministro Centinaio: la riforma chiesta dalla Lombardia è tanto necessaria quanto improcrastinabile”. “La situazione è fuori controllo, a causa di leggi anacronistiche. Rilancio l’appello fatto ai parlamentari lombardi e chiedo un intervento anche del ministro affinché ci sia un’azione politica congiunta per cambiare la legge 157 prevedendo espressamente la figura del cacciatore come operatore volontario” ha affermato Rolfi. “Un contenimento più efficace del cinghiale rappresenta anche una forma di ulteriore prevenzione contro la peste suina africana, visti i casi registrati in Belgio”. “La mancanza del riconoscimento del cacciatore come operatore volontario ha generato un conflitto tra leggi regionali e nazionale rendendo questa figura borderline, con interventi anche da parte delle procure.
Chiediamo venga messa in sicurezza l’azione dei cacciatori per tutelare il territorio dalla fauna selvatica. I cacciatori svolgono in questo ruolo un servizio gratuito alla collettività, visto che l’attività di contenimento dei pochi agenti di polizia provinciale rimasti risulta insufficiente. Di fatto in gran parte della nostra regione l’attività extra caccia è ferma al palo e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, con allarmi lanciati dai sindaci di tutti gli schieramenti e di tutte le province” ha aggiunto Rolfi. “L’attività di contenimento effettuata dai cacciatori è necessaria per tutelare la sicurezza delle coltivazioni agricole e anche delle persone, visti i danni generati dei cinghiali. È necessario e improcrastinabile un intervento del legislatore nazionale” conclude l’assessore.