Continuano a salire i casi di peste suina africana nella regione Lazio: fino ad ora ad essere colpiti sono i cinghiali. Di questi 19 primi casi, 18 sono gli animali affetti dalla malattia rinvenuti nella zona infetta (considerata rossa nell’ordinanza regionale), mentre sarebbe ancora soltanto uno l’animale malato rinvenuto nei territori di Rieti, dove presto verrà disposta una nuova seconda zona rossa. A comunicare l’aumento dei casi è stato l’assessore alla Salute della Regione Lazio Alessio D’Amato con una nota: “Salgono a 19 i casi di peste suina. Sono 18 nell’area di Roma e uno nella provincia reatina. Questo è stato comunicato dall’Istituto Zooprofilattico.
Prosegue l’attività di controllo e monitoraggio nelle aree perimetrate. È indispensabile adottare piani di riduzione della pressione dei cinghiali.” Dopo più di 15 casi nella zona infetta di Roma, che occupa un’ampia parte del quadrante a nord ovest della capitale, un caso di peste suina africana è stato riscontrato anche in una nuova zona della regione lo scorso 26 maggio: il cinghiale affetto dalla malattia è il primo esemplare malato rinvenuto fuori dalla zona rossa romana.
Per questa ragione, nei prossimi giorni, è attesa una nuova ordinanza con la quale si possa individuare chiaramente la zona a rischio peste suina africana nel reatino. Il primo caso nella Regione Lazio, invece, è stato riscontrato ad inizio maggio, precisamente il 5, quando è stata rinvenuta la carcassa di un esemplare malato all’interno del Parco dell’Insugherata. In breve tempo, grazie anche al contributo del coordinatore nazionale per l’emergenza peste suina italiano, il professor Angelo Ferrari, è stata individuata una zona rossa e sono state prese tutte le misure necessarie per evitare la diffusione (Fanpage).