Un articolo provocatorio
Titolo a dir poco provocatorio quello utilizzato da Il Fatto Quotidiano per affrontare una delle emergenze principali che stanno attanagliando il paese da diverso tempo a questa parte, quella della peste suina africana (PSA). Il giornale ha ormai un’impronta fortemente animal-ambientalista e in questo caso si è sbilanciato nel proprio blog con una frase del genere: “Cinghiali e peste suina: a guadagnarci è sempre la caccia”.
La versione del Fatto
Come si è arrivati a questa conclusione? Ecco cosa si legge nel pezzo apparso pochi giorni fa: “È una storia emblematica quella del legame tra i cinghiali e l’espansione della caccia in Italia. Un percorso che permette di comprendere come sia possibile che la causa di un presunto problema possa diventare la sua presunta soluzione. Parliamo di una strategia precisa ed efficace che ha ricavato un’occasione straordinaria anche dalle zoonosi, dalle mini pandemie che, hanno spesso se non sempre una relazione diretta con l’attività umana. Per decenni i cacciatori, direttamente o attraverso soggetti comunque collegati, hanno promosso l’allevamento e l’immissione di cinghiali, ora vietata ma ancora ampiamente diffusa, provenienti da ceppi dell’Europa orientale, caratterizzati da esemplari molto più grandi e prolifici“.
Stagione di caccia
L’articolo prosegue: “Grazie a questo la specie si è diffusa, e si è iniziato a gridare all’emergenza. La risposta? Ovunque la stessa: l’allargamento sine die della stagione di caccia attraverso piani di abbattimento. Così il primo obiettivo è stato raggiunto. Ma è stato solo l’inizio, perché proprio la caccia su larga scala attuata soprattutto con la braccata, produce un effetto opposto all’obiettivo dichiarato del contenimento, perché la frammentazione dei branchi che ne deriva porta a una forte reazione riproduttiva attuata dagli esemplari più giovani“.
Accuse ai cacciatori
Si legge inoltre: “La popolazione, insomma, anziché diminuire aumenta, e stavolta l’obiettivo vero, è a portata: le recenti modifiche di legge e ancor di più, l’attuale proposta di legge (C.1548) anticostituzionale per una totale deregulation venatoria del deputato Bruzzone affidano ai cacciatori tutori dell’ordine pubblico la possibilità di sparare ovunque, h24, 7 giorni su 7, con qualsiasi mezzo e persino nei parchi e nelle aree urbane. Meglio di così non poteva andare, ma a migliorare ulteriormente le cose è arrivata la peste suina africana (Psa): malattia virale, contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. Sì, perché nonostante l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, abbia scritto a chiare lettere che è insensato far muovere sul territorio soggetti armati che spargono sangue dalle carcasse trasportandole ed eviscerandole, trasformandosi in possibili diffusori del virus che uccide migliaia di maiali d’allevamento, Regioni e associazioni agricole hanno chiesto e attuato esattamente questo. L’Efsa scrive che “la circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono cause di contaminazione“. E allora perché si è deciso di moltiplicare la possibile diffusione del problema consentendo ai cacciatori causa della proliferazione dei cinghiali di sparare, macellare e portare a spasso ancora di più l’effetto che hanno creato?“.