Gli abbattimenti totali
“Nessuna scusa è più ammessa ora che è partita la stagione venatoria: incrementare gli abbattimenti dei cinghiali deve essere la priorità”. E’ quanto affermano il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il direttore Luciano Salvadori nel ricordare che, ad oggi, gli abbattimenti superano solo i 7 mila e 700 capi, ma l’obiettivo dei 50 mila è ancora ben lontano. Per quanto riguarda i nostri territori, in base ai dati forniti dalle Province, la Provincia di Novara ha effettuato un totale di 839 abbattimenti (379 in controlli, 315 in selezione e 145 in caccia), mentre la Provincia di Verbania ne ha eseguiti 990 (925 in controllo, 33 in selezione e 32 in caccia).
Una crescente insostenibilità
“Va, dunque, data piena attuazione all’Ordinanza n. 61 del Presidente della Giunta regionale del 31 agosto, sia per limitare l’incidenza dei danni alle produzioni agricole, per i quali si registra una costante crescita ed una sempre maggiore condizione di insostenibilità, sia, soprattutto, per evitare la diffusione della PSA, con il rischio che questa giunga anche nei nostri territori. Serve tutelare l’attività delle filiere agroindustriali legate agli allevamenti di maiali che garantiscono reddito, occupazione ed indotto all’Italia, oltre ovviamente a ridurre il rischio di incidenti stradali – proseguono Baudo e Salvadori – Vanno concretamente messi in pratica i provvedimenti che sono stati presi nella nostra Regione, volti a diminuire significativamente la presenza dei cinghiali sul territorio, che introducono delle deroghe allo svolgimento dell’attività venatoria nell’ambito della zone di restrizione, così come la possibilità di esercitare l’attività di caccia di selezione nelle ore notturne.
Controllo della PSA
In questo senso, inoltre, è urgente semplificare le procedure ed adottare le disposizioni attuative al Piano Regionale di Interventi Urgenti per il controllo della peste suina africana ed il depopolamento nella specie Cinghiale (PRIU), ormai approvato alla fine dello scorso mese di luglio. Non va dimenticato, poi, che, a fronte dell’aumento dei costi di produzione causato dalla guerra ucraina, vanno rivisti i parametri economici utilizzati – concludono – per quantificare i danni. Se, infatti, la metodologia introdotta con il provvedimento della Giunta regionale, lo scorso dicembre 2021, poteva essere considerata adeguata in una condizione di normalità, adesso è necessario attualizzarla al mercato di oggi, adeguando anche le perizie già predisposte. Questo va ad aggiungersi alla richiesta di semplificare, nel complesso, le procedure per richiedere l’indennizzo dei danni, procedendo con tempi più rapidi ed agendo nella logica del «tempo reale»”.