Le accuse sono quelle di peculato, inquinamento ambientale, uccisione di animali e macellazione clandestina. Si sta cercando di capire se la gestione del piano sia avvenuta in maniera erronea, in particolare l’assenza delle autorizzazioni necessarie dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Gli animalisti avevano poi colto la palla al balzo per lamentare la mancanza di dati scientifici legati al contenimento degli ungulati.
Inoltre, la commercializzazione della carne degli animali abbattuti sarebbe presunta. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia aveva poi deciso di sospendere il decreto regionale che disciplinava gli abbattimenti, provocando una polemica furiosa. Ora si attendono ulteriori sviluppi dell’inchiesta e se ci sarà l’eventuale rinvio a giudizio.