Sono stati ben 110 su 125 i cacciatori abilitati al prelievo dei cinghiali e che sono iscritti al Comprensorio Alpino di Caccia “Prealpi Comasche” che non hanno ritirato tesserini e bracciali per gli abbattimenti degli ungulati. La scelta viene definita come clamorosa, una protesta che è il risultato di mesi e mesi di difficoltà. Dopo che la Regione Lombardia ha deciso di obbligare a fornire le coordinate geografiche per ogni prelievo, le doppiette si sono indispettite, anche perchè l’età media elevata e la poca dimestichezza con le tecnologie avrebbe dovuto far ragionare meglio l’ente locale.
La geolocalizzazione, tra l’altro, non viene considerata molto utile, un dato in grado di fare fede ma soltanto in minima parte. Non è chiaro come la situazione potrà evolvere, però il mancato ritiro è senza dubbio una notizia che stupisce e va approfondita.
Tra l’altro questi 110 cacciatori hanno versato 650 euro a testa per la licenza di caccia relativa alla stagione venatoria. Il territorio del CAC comprende diversi comuni della provincia di Como e al momento soltanto poche persone hanno la possibilità di praticare l’attività che riguarda i cinghiali.