Il cimurro è una malattia infettiva virale molto diffusa, la cui incidenza nei cani recentemente sembra essere di nuovo aumentata. Viene chiamata anche “Malattia di Carrè” o “Hardpard Disease” o “Distemper Disease”. Il virus responsabile del cimurro appartiene alla famiglia dei Paramyxoviridae ed al genere Morbillovirus, così come l’agente che provoca il morbillo negli uomini. E’ un virus sensibile alle alte temperature ed ad alcuni disinfettanti e solventi, tuttavia ha uno spettro d’ospite abbastanza ampio: può colpire i canidi (cane, volpe, lupo, coyote e sciacallo), i mustelidi (donnola, furetto, ermellino e tasso), i procionidi ed i grossi felidi (il gatto, invece, non prende il cimurro).
COME SI TRASMETTE:
Essendo un virus eliminato con escrezioni e secrezioni di cani infetti, un individuo sano può contagiarsi tramite l’inalazione di aerosol; tuttavia, poiché è un virus che resiste poco nell’ambiente esterno, il contatto fra gli animali deve essere molto stretto.
E’ possibile anche che vi sia un’infezione transplacentare, la cui frequenza aumenta nei luoghi dove c’è un’alta concentrazione di cani, come gli allevamenti, i canili o i negozi di animali vivi.
I SINTOMI:
L’incubazione dura dai 3 ai 5 giorni, dopo può evolvere in una forma acuta o in una forma iperacuta.
Nel primo caso, l’animale avrà un rialzo febbrile, sarà abbattuto, rifiuterà il cibo, presenterà congiuntivite mucopurulenta con lacrimazione e formazione di croste, scolo nasale, secchezza del tartufo e dei cuscinetti plantari, diarrea. Inoltre aumenteranno le sue frequenze cardiache e respiratorie.Dopo questa fase, detta “catarrale o viremica”, l’animale può guarire o avere un ritorno dei sintomi. Se i sintomi ricompaiono, si entra nella fase “mucosa” dell’infezione, che potrà avere localizzazione cutanea (ispessimento della pelle del soggetto e formazione di esantemi diffusi), respiratoria (rinite, bronchite) o intestinale (enterite emorragica). La forma intestinale purtroppo sfocia quasi sempre in una forma nervosa, tipica anche delle menzionate infezioni transplacentari, con crisi epilettiche, paresi e paralisi.
Se invece l’animale ha contratto la forma iperacuta, ai sintomi precedenti si accompagneranno tosse, difficoltà di movimento e riduzione del numero circolante di globuli bianchi ed anticorpi.
DIAGNOSI & TERAPIA:
Si può fare diagnosi di cimurro utilizzando delle tecniche immunoistochimiche a partire da materiale cerebrale e delle tecniche biomolecolari che ricercano il genoma virale o i titoli anticorpali nel sangue del soggetto malato. Inoltre, per isolare e quindi riconoscere il virus, si può ricorrere a dei semplici strisci vaginali o lavaggi bronchiali.
La terapia si basa sull’utilizzo di farmaci antiepilettici e sedativi, ma esistono anche dei sieri immuni e spesso è consigliata anche la cosiddetta “fluidoterapia”, per reintegrare i liquidi persi dall’animale. Nel caso in cui ci siano anche delle infezioni batteriche di irruzione secondaria, è necessaria la contemporanea somministrazione di antibiotici.
LA VACCINAZIONE PREVENTIVA:
Oltre alle disinfezioni ed all’isolamento dei soggetti infetti, nel cane è opportuno eseguire una profilassi vaccinale. La vaccinazione di base, infatti, prevede la somministrazione di vaccini contro il cimurro, la parvovirosi e l’epatite. L’associazione di vaccini contro il cimurro e la parvovirosi è vivamente sconsigliata, poiché deprime le difese immunitarie dell’animale; si può invece effettuare contemporaneamente la vaccinazione per il cimurro e l’epatite. L’età minima per la vaccinazione sono le 6-9 settimane di vita, solo se necessario si può decidere di vaccinare a 4 settimane. Vaccinando prima un cucciolino, ci potrebbero essere delle interferenze con gli anticorpi che il cane ha assunto dal colostro materno. Inoltre, non bisogna eseguire i richiami a distanza minore di 2 settimane; poi ci saranno i richiami annuali e successivamente ogni 3 anni.
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