Controllo ed eradicazione
“Urgente l’applicazione della delibera di Giunta regionale 712 del 14 giugno 2022 al fine di scongiurare la peste suina africana in Veneto”. La Dgr in questione prevede un preciso “Piano regionale di interventi per la gestione, il controllo e l’eradicazione della psa nei suini d’allevamento e nei cinghiali a vita libera”. In particolare, nei quattro distretti suinicoli ad alta densità (Alto Veronese, Basso Veronese, Colli Euganei-Basso Vicentino, Veneto centro, ovvero in una zona che comprende parte delle province di Padova, Vicenza, Treviso e Belluno) individuati dalla stessa Regione.
Riduzione della presenza di ungulati
“L’obiettivo -spiega Cia Veneto- è la riduzione della presenza di ungulati in tali distretti, oltre che per una distanza in linea d’aria di ulteriori 15 km da essi”. È scientificamente provato, peraltro, che un cinghiale infetto provoca danni economici in un raggio di 20 km. Ecco perché l’avvento della psa causerebbe un tracollo del settore suinicolo. Una delle restrizioni immediatamente applicabili sarebbe l’abbattimento totale dei capi dell’allevamento dove è stato rilevato il virus stesso. E, nel contempo, la dichiarazione dello stato di emergenza relativamente a tutti gli allevamenti ubicati in un raggio di 10 km. A cascata, il comparto subirebbe un collasso senza precedenti. A tal riguardo Cia Veneto ha predisposto un report che indica uno scenario dalle tinte a dir poco fosche. Oggi, nella nostra Regione, il settore vale oltre 90 milioni di euro all’anno, per un totale di 1.522 allevamenti professionali e 681.763 capi (dati Veneto Agricoltura). Le province maggiormente vocate sono quelle di Verona (43%), Treviso (18%) e Padova (15%). Qualora dovesse davvero arrivare la psa, Cia Veneto prevede delle perdite di oltre il 10% del fatturato complessivo, ovvero almeno 10 milioni di euro in dodici mesi.
Stima al ribasso
“E si tratta di una stima al ribasso -osserva il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini-. Andrebbe fortemente in crisi tutta la filiera del Prosciutto Veneto Dop, con impatti più che negativi sul tessuto economico-sociale. I cinghiali -ricorda Passarini- sono i primi vettori della peste suina africana e, dunque, rappresentano un enorme pericolo. Fino ad ora non è mai stato redatto alcun censimento della popolazione degli ungulati in Veneto: “Di sicuro ve ne sono decine di migliaia, soprattutto nell’area dei Colli Euganei, in Lessinia e nel Bellunese”. Da qui la richiesta di Cia Veneto alla Regione e a tutte le autorità competenti in materia: “Serve attuare il programma indicato nella Dgr 712 del 14 giugno 2022. Ovvero, l’eradicazione degli ungulati nelle zone a ridosso dei quattro distretti suinicoli. Non possiamo permettere -conclude Passarini- che un segmento tanto importante, che da solo vale il 5% dell’agroalimentare veneto, vada incontro a nuove battute d’arresto dopo il ko imposto dal Covid e dalle conseguenti restrizioni” (fonte: CIA Veneto).