Le attività messe in campo per il loro contenimento si stanno rilevando del tutto insufficienti”. Nell’ultimo periodo le catture marcate negli appositi registri sono state “solo” 11.000. Troppo poche, secondo Cia Rovigo. Così come non bastano le nove guardie provinciali abilitate ad attività di abbattimento notturno (peraltro una sola volta alla settimana). “Occorre uno snellimento burocratico relativamente al rilascio dei permessi di contenimento -commenta Andrea Medea, responsabile tecnico Cia Rovigo-. Vanno inoltre istituiti dei gruppi di volontari, formati da cacciatori e agricoltori, in grado di agire velocemente laddove si presenta il problema.
Non ci devono essere per forza pure le guardie provinciali durante gli interventi”. Dato che le nutrie non conoscono confini, “è fondamentale operare su tutto il territorio, anche nelle aree protette o all’interno del Parco del Delta del Po. L’obiettivo è l’eradicazione definitiva, non vi sono alternative”. Tale animale si nutre principalmente di parti vegetali, tra le quali preferisce le radici, i tuberi e i rizomi. “Si muovono in maniera subdola -chiarisce il presidente di Cia Rovigo, Giordano Aglio-.
Solitamente costruiscono delle tane vicino alle arginature, le quali, inevitabilmente, cedono in caso di transito dei trattori e dei mezzi agricoli in generale. Alla perdita dei raccolti si aggiunge, dunque, un pericolo per l’agricoltore stesso e per l’intero equilibrio idrogeologico”. “Scavano delle buche, che arrivano ad una profondità di 5 metri e mezzo: ragion per cui sotto la superficie dei terreni si crea il vuoto. Le tane non si vedono, transitandovi sopra i trattori si possono addirittura ribaltare”. Questa specie, inoltre, ha un potenziale riproduttivo molto elevato: la femmina può venire fecondata durante tutto l’anno e perfino poche ore dopo il parto. I piccoli partoriti sono, in genere, 5 o 6.