Emergenza da fronteggiare
Va risolta, una volta per tutte, l’emergenza cinghiali e arginato il sovrappopolamento, prima che con l’arrivo dell’estate si riaccendano pericolosi focolai di peste suina africana. È di nuovo Cia-Agricoltori Italiani a lanciare l’allarme, intervenendo questa volta con il responsabile nazionale fauna selvatica, Gabriele Carenini, al convegno “Gestione del cinghiale” organizzato a Firenze da Federcaccia Toscana – UCT e Federcaccia Emilia-Romagna.
Gli interventi principali
Al tavolo con il sottosegretario Masaf, Patrizio La Pietra, il vicepresidente della giunta regionale toscana, Stefania Saccardi, e l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, insieme ai rappresentanti delle principali organizzazioni agricole e venatorie, Carenini ha riportato, dunque, l’attenzione sulle azioni più urgenti per mettere al sicuro la zootecnia Made in Italy, così come già sottolineato nell’ultimo incontro con il commissario straordinario per la PSA, Vincenzo Caputo. Per Cia, infatti, resta fondamentale intervenire al più presto, partendo dalle regioni più colpite dalla PSA, Piemonte e Liguria, per tutelare e sostenere gli allevatori, garantendo loro la ripresa dell’attività agricola, anche nelle zone soggette a restrizioni.
La riforma della legge 57/92
Cia, quindi, attende, come previsto, che si faccia presto con l’abbattimento dei cinghiali dalla zona infetta entro 36 mesi, con l’attività di bioregolatori (cacciatori) che interverranno nelle operazioni. Confermando la disponibilità a collaborare, anche all’evento Federcaccia, Cia ha, quindi, rilanciato la sua battaglia più estenuante degli ultimi anni: dare all’Italia una riforma sostanziale della legge 157/92. “Con oltre 2 milioni di ungulati in circolazione, più di 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali, in quattro anni -ha ricordato Carenini- occorre un’azione concreta con interventi specifici e tempestivi” (fonte: CIA).